Suonano le sirene anti-aereo sulla pagina web dell’archivio multimediale creato dall’Ucraina e annunciato dal ministro degli Esteri Dmytro Kuleba. Il sito web raccoglie fotografie, video, suoni, sintesi e testimonianze della guerra in Russia. Un’altra operazione di denuncia – qualcuno potrebbe dire propaganda – da parte di Kiev per insistere sul punto: crimini di guerra. Lo stile del sito è quello del web-doc o del reportage giornalistico online.

“Abbiamo creato un archivio online per documentare i crimini di guerra della Russia nel nostro Paese”, ha annunciato il ministro su Twitter, che ha aggiunto come “nessuno dei responsabili sfuggirà alla Giustizia”. L’annuncio e l’arrivo online all’indomani dell’ennesima strage, quella alla stazione di Kramatorsk affollata da civili in attesa dei treni per lasciare l’est del Paese, a una settimana dalla scoperta del massacro di Bucha, mentre in queste ore si denuncia la carneficina di Makariv.

 

Il sito è accessibile sia da computer che da dispositivi portatili. Si propone di far compiere al visitatore un viaggio, una sorta di immersione nella guerra scatenata dal Presidente russo Vladimir Putin come un'”operazione speciale” di “smilitarizzazione” e “denazificazione”. Il sito si chiama “Russia’s war crimes – Oltre il male, anche durante la guerra”. E quindi le denunce: “Perfino la guerra ha le sue regole”, con riferimento agli accordi presi durante gli anni dalla Comunità Internazionale. E la “Russia ignora le regole”, si legge. “I crimini di guerra rappresentano il male assoluto”. Il tono è un po’ questo: quello del bene contro il male.

Il menù a tendina è quanto mai esplicativo: “Quello che abbiamo perso”, “Assassini di innocenti”, “Attacchi a civili e obiettivi civili”, “Ostaggi e torture”, “Deportazioni illegali”, “Stupri”, e via dicendo. Una serie di fotografie mostra diversi luoghi colpiti dalla guerra, presi di mira dai bombardamenti, con un “Prima” e “Dopo”. Lo slogan: “Non voltarti dall’altra parte, prova orrore!”. Si leggono anche i numeri costantemente aggiornati di vittime, edifici distrutti, bambini sfollati o morti. Non solo enfasi, anche documentazione insomma – per quanto in questa fase i dati, soprattutto quelli ufficiali, siano oggetto di propaganda. Sezione dedicata anche alle donazioni per sostenere la popolazione colpita (un euro vale 33 grivnia).

Il portale rappresenta l’antitesi della strategia di Mosca che ha innalzato le pene fino a 15 anni per i giornalisti che diffondono quelle che il Cremlino considera fake news. Non si possono usare parole come “guerra” o “invasione”. L’interesse di Kiev è invece che della guerra si parli il più possibile in tutto il mondo. Solo ieri Kiev aveva diffuso un video – quello sì molto enfatico – per sensibilizzare l’Occidente a tagliare le proprie forniture di gas e petrolio russo per costringere la Russia a trattare. È questo il fronte più battuto ora dalla propaganda ucraina dopo che la richiesta della creazione di una No Fly Zone è stata bocciata su tutta la linea dall’Occidente.

 

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.