La mamma lo ha trovato senza vita nel suo letto in camera sua mercoledì mattina. Davide Bristot aveva solo 18 anni. A Belluno, dove è nato, aveva appena concluso il quarto anno dell’istituto tecnico. Ora Davide non c’è più e sulla sua morte si indaga per capire cosa possa essere successo dopo che la mamma e il papà lo hanno portato in ospedale ed è stato dimesso dopo una flebo. Attualmente un medico è indagato per la sua morte nell’ambito dell’inchiesta aperta dal sostituto Alberto Primavera che ipotizza il reato di omicidio colposo.

Davide era un ragazzo come tanti con una grande passione: quella per il volley. Giocava come attaccante, nella Spes. Una tradizione di famiglia, considerato che papà Paolo ha militato in Serie A e il fratello Alessandro è considerato una delle grandi promesse della pallavolo azzurra e martedì, quando ha saputo della morte di Davide, si trovava in Albania per disputare con la Nazionale il campionato europeo Under 17.

La famiglia di Davide non si dà pace. “Non sappiamo darci alcuna spiegazione per quel che è successo, mio figlio era sempre stato bene sembrava perfettamente sano”, dice al Corriere della Sera papà Paolo che si è rintanato nella sua villetta di famiglia a Sedico. Una prima risposta potrebbe arrivare con l’autopsia. Sono state acquisite le cartelle cliniche e tutti i documenti compilati dal personale del pronto soccorso in servizio la notte di martedì, quando Davide è stato portato in ospedale con “cervicalgia e vomito”.

Da qualche giorno infatti Davide soffriva di mal di testa che nel pomeriggio era diventato insopportabile. Sembrava un malessere passeggero e di lieve entità. Martedì sera era in pizzeria con gli amici quando ha cominciato a vomitare. E così i suoi genitori hanno deciso di portarlo in ospedale a Belluno.

Il ricovero in pronto soccorso

La famiglia Bristot è arrivata in ospedale intorno alle 22.30. Il medico lo ha visitato e gli ha fatto una flebo. Un’ora dopo Davide è stato dimesso. “Ci hanno detto che andava tutto bene, nessuno va a pensare che un ragazzo di 18 anni possa aver qualcosa di grave”, si sono sfogati i familiari che anche ieri hanno ripetuto di non voler accusare nessuno “ma solo capire cos’è accaduto”. Tornati a casa poi Davide si è messo a dormire e non si è più svegliato.

Il medico legale della procura (che sarà affiancato da Sarah Nalin, la consulente nominata dalla famiglia) dovrà chiarire cosa l’ha ucciso, ma anche se si poteva intervenire in qualche modo, e quindi se il personale medico ha operato correttamente. Sembra esclusa, invece, qualunque correlazione tra la morte e il vaccino contro il Covid 19 che lo studente aveva fatto un mese fa.

Giovedì anche la Regione Veneto ha avviato un’ispezione con l’invio di ispettori in ospedale “che avrà il compito – spiegano da Palazzo Balbi – di effettuare una verifica sulle modalità di assistenza ricevute dal ragazzo al pronto soccorso”. I vertici dell’Usl Dolomiti hanno assicurato di essere pronti a collaborare con gli investigatori affinché sia chiarito al più presto l’operato della struttura e del medico finito sotto inchiesta. “La morte di Davide – si spiega in una nota diffusa dall’azienda ospedaliera – ha colpito la comunità locale e l’ospedale. Sono in corso indagini da parte della magistratura in cui si ripone la massima fiducia”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.