La 'guerra' giudiziaria a Marsala
Denise Pipitone, l’ex pm Angioni rischia il processo per false dichiarazioni: aveva parlato di depistaggi e connivenze
Un avviso di conclusione delle indagini, atto che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio, è stato notificato dalla Procura di Marsala all’ex pm Maria Angioni, il magistrato che indagò sulla scomparsa di Denise Pipitone, la bambina di 3 anni sparita l’1 settembre del 2004 a Mazara del Vallo.
La Angioni, attualmente giudice del lavoro a Sassari, è accusata di false dichiarazioni a pubblico ministero. A causa di continue dichiarazioni ai media in merito alla scomparsa di Denise, l’ex pm era stata sentita dalla Procura di Marsala dopo aver parlato in tv di presunti tentativi di depistaggio nelle indagini sulla scomparsa della bambina, oltre che di connivenze di forze dell’ordine con i rapitori e gravi falle negli accertamenti svolti a seguito della scomparsa della bambina dalla cittadina siciliana.
In Procura, sentita come testimone, la Angioni ha confermato quanto dichiarato: per i magistrati però quelle circostanze non hanno trovato alcun riscontro e da qui è partita zione per false dichiarazioni a pubblico ministero a cui è seguita una nuova convocazione in Procura, questa volta in veste di indagata.
Anche in questa occasione l’ex pm che si occupò del caso Pipitone ha confermato quanto ribadito, mentre alla stampa ha rivelato anche di aver presentato un esposto al Csm contro i colleghi di Marsala.
Le dichiarazioni rese in tv, nel corso delle quali aveva anche affermato di avere certezza che Denise fosse ancora viva, furono oggetto di grandi critiche da parte della famiglia di Denise, tramite l’avvocato della mamma Piera Maggio, Giacomo Frazzitta.
Quest’ultimo aveva invitato tutti “alla massima cautela nel momento in cui si diffondono notizie che possono essere infondate o contenenti elementi non riscontrati o non riscontrabili e che possono costituire un ostacolo al lavoro della Procura di Marsala”, rivolgendosi in particolare all’ex pm Angioni, nella parte in cui si riferiva a “un magistrato che dovrebbe conoscere bene l’importanza del segreto investigativo”.
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