La famiglia contro lo sciacallaggio mediatico
Denise Pipitone, ultimatum della famiglia: “Vogliamo il Dna di Olesya, non stiamo al circo”
Se ne parla da oltre una settimana ma per il momento di concreto non c’è ancora nulla sul caso di Denise Pipitone, la bimba di 4 anni scomparsa oltre 16 anni, il primo settembre del 2004, a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. La somiglianza con Olesya Rostova, evidenziata da una trasmissione russa (“Lasciali parlare“) aveva ridato qualche piccola speranza alla famiglia.
La giovane in questione, in tenera età è stata rapita da una zingara e portata in un campo rom nel 2005 quando aveva presumibilmente 5 anni (età compatibile con quella di Denise). Dopo aver trascorso un periodo nel campo nomadi, durante il quale chiedeva l’elemosina per portare soldi alla comunità e pensava che sua madre fosse una donna del campo, poi successivamente arrestata, la piccola che non aveva documenti (e quindi tutt’oggi non conosce la data di nascita precisa) venne poi trasferita in un orfanotrofio. Qui le hanno tagliato tutti i capelli e le hanno dato il nome di Rostov Olesya.
Nel corso della trasmissione, la giovane lancia l’appello: “Cara mamma non ti ho mai dimenticato, ti sto cercando e ho la possibilità di trovarti. Eccomi qui, sono viva, voglio conoscerti e trovarti.
Una settimana dopo, oltre all’eco mediatica della vicenda, c’è ancora poco di concreto e la famiglia di Denise lancia un ultimatum: “Se entro domani non ci faranno avere i dati del Dna e del gruppo sanguigno della ragazza mostrata in tv io e Piera Maggio non parteciperemo a nessun programma. Basta con questo circo mediatico”. Queste le parole, rilasciate all’Adnkronos, dall’avvocato Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio, la madre della piccola Denise.
Oggi la trasmissione russa avrebbe dovuto rendere noti i risultati degli esami di laboratorio sul prelievo di sangue da Olesya Rostova. Ma per il momento non ci sono novità e domani, martedì 6 aprile, è a rischio la partecipazione dell’avvocato in trasmissione, via streaming. “Voglio prima avere sulla mia scrivania tutta la documentazione scientifica che ho chiesto, cioè gruppo sanguigno e Dna – dice – dopo di che basta. Noi avevamo avviato questa procedura in via privata perché pensavamo di sbrigarci presto. Invece loro non fanno nulla, basta. Non sottostiamo a nessun ricatto”.
“Al momento non c’è nulla e siamo infastiditi da questi ritardi, dunque o domani ci fanno avere i dati al programma o non partecipiamo. Dobbiamo uscire da questo circo mediatico – prosegue ancora Frazzitta – Loro (i russi ndr) ciurlano, quindi basta, non sottostiamo a nessun ricatto, o ci fanno avere tutti i dati o non se ne parla più”.
L’avvocato vorrebbe un confronto con Olesya per chiederle se ricorda i momenti antecedenti all’ingresso in orfanotrofio e, quindi, capire se le persone che l’hanno tenuta segregata fossero dei rom.
I dubbi su Olesya
La storia di Olesya è stata segnalata alla redazione di Chi l’ha visto? che continua a mantenere un profilo basso pur annunciando di fatto importanti novità sulla scomparsa di Denise. Ma se la somiglianza, a tratti, potrebbe trovare qualche riscontro, quel che non torna è che Olesya nel corso della trasmissione russa non ha mai detto di conoscere o almeno ricordare qualcosa della lingua italiana, giusto per dare un ulteriore indizio a chi vuole aiutarla.
Quando Denise sparì da Mazara del Vallo aveva 4 anni e parlava, conosceva le parole italiane, il dialetto siciliano. Possibile che in 17 anni abbia dimenticato tutto?
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