Il 2023 sta per volgere al termine, la manovra è attesa in Aula e in Parlamento gli animi s’infuocano. L’ultimo terreno di battaglia che ha visto scontrarsi governo e opposizioni è il dl Anticipi, che nella giornata di ieri ha incassato il via libera da parte del Senato: si sono registrati 87 voti favorevoli, mentre i pareri contrari sono stati 46, nessun astenuto. Sono stretti i tempi per le prossime tappe del provvedimento collegato alla Legge di Bilancio: il decreto legge – che contiene una serie di misure in materia economica e fiscale, in favore degli Enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili – passa all’esame della Camera per l’approvazione definitiva. C’è una data cerchiata in rosso sul calendario: deve essere convertito in legge entro il 17 dicembre. Il cronoprogramma fissa l’inizio della discussione generale a Montecitorio martedì 12 alle ore 11, mentre verso le 13:30 verrà posta la questione di fiducia. Il giorno successivo si terranno le dichiarazioni di voto per poi lasciare spazio all’esame degli ordini del giorno. Il voto finale è previsto per giovedì 14 dicembre.

Le polemiche sull’emendamento Lotito

Al Senato non sono mancati momenti di forte tensione, tanto che è stato necessario sospendere la seduta per qualche minuto. Il punto della discordia è stato l’emendamento al decreto Anticipi che porta la firma di Claudio Lotito, il cui contenuto viene giudicato un vero e proprio condono. Dopo proteste e urla dai banchi sono ripresi i lavori che infine hanno portato all’approvazione della proposta del senatore di Forza Italia. Dura la presa di posizione di Raffaella Paita, senatrice di Italia Viva, secondo cui tutto ciò testimonia come Lotito sia il vero capo dell’attuale maggioranza: «Non si trovano i soldi per la sanità che è al collasso ma si trovano per i suoi emendamenti. Questo provvedimento, dopo gli emendamenti di Lotito, presentato nella commissione Bilancio a saldo zero, è via via diventato a saldo molto variabile. Invece per i medici e gli infermieri trattati in maniera indecente, e per i tagli delle pensioni di chi ha rischiato la vita durante il Covid, tutto questo non si può fare». Francesco Boccia del Partito democratico ha puntato il dito contro quello che a suo giudizio è un atteggiamento arrogante da parte del centrodestra: «Riescono a proporre un nuovo condono». Stefano Patuanelli, capogruppo del Movimento 5 Stelle a Palazzo Madama, se l’è presa con i «sovranisti del condono» accusando loro di aver impacchettato «un bel regalo a tutti quei furbi e furbetti che non erano in regola con il pagamento».

Per le opposizioni dunque non è accettabile l’idea di prorogare al 18 dicembre i termini delle prime due rate della rottamazione quater. Tuttavia il senatore azzurro Dario Damiani, rivolgendosi ai partiti al di fuori della maggioranza, ha denunciato una terminologia «completamente sbagliata»: ha voluto specificare che non si tratta di una mancata entrata di Bilancio ma che anzi si riconosce la possibilità di pagare e di conseguenza di far confluire entrate nelle casse dello Stato. «Non è un condono ma solo un aggiustamento di contabilità di bilancio», ha spiegato Damiani. Dal centrodestra arriva una sottolineatura: nessun condono, semplicemente è possibile contabilmente chiudere i conti fino al 18 dicembre.

Il nodo manovra

La volontà di accelerare sulla manovra si scaglia contro uno slittamento. La Legge di Bilancio dovrebbe arrivare in Aula lunedì 18 dicembre, con l’ombra dell’esercizio provvisorio che potrebbe calarsi nella realtà qualora si dovessero palesare imprevisti e ritardi. I lavori della commissione Bilancio del Senato inizieranno l’11 dicembre e – senza eventuali intoppi – si potrebbero presentare sub-emendamenti fino a lunedì alle ore 19, altrimenti il termine si porterà più avanti. C’è chi non esclude che l’esame del testo alla Camera possa slittare ai giorni subito dopo Natale, tra il 25 dicembre e Capodanno.

Sullo sfondo c’è grande attesa per gli emendamenti che il governo presenterà. Dovrebbero essere quatto i principali fronti su cui l’esecutivo interverrà: il pacchetto sicurezza e difesa; la previdenza in riferimento al settore della sanità; gli Enti territoriali; gli investimenti tra Ponte sullo Stretto e infrastrutture. Ambiti su cui si metterà mano attraverso il ricorso ad appositi emendamenti. Nei fatti si affronteranno la revisione del calcolo delle pensioni del personale sanitario, la copertura dell’accordo sindacale con le forze armate di polizia per quanto riguarda il rinnovo dei contratti, il fondo aggiuntivo per le Regioni speciali che hanno subìto una penalizzazione con la delega fiscale, la rideterminazione dei costi del Ponte sullo Stretto.