L’ultima volta ha visto suo padre attraverso una finestrella della porta dell’ospedale. L’uomo l’ha salutata sorridente. E poi in due giorni la situazione è precipitata. Quella che doveva essere la convalescenza si è trasformata in una tragedia. Lo racconta la figlia Elena, che ha perso il padre agli inizi di aprile a causa del Covid-19. Aveva 71 anni, scrive sui social. Ed era stato trasferito per un periodo che doveva essere di sola convalescenza al Policlinico di Monza.  “Gli ho urlato: ‘Ti amoooo papà’ . Non posso accettare. Doveva essere una convalescenza”.

Entrambi i genitori di Elena erano stati ricoverati. La madre, 70 anni, avrebbe superato la sua malattia. Il padre invece, “sanissimo”, è andato incontro a un calvario più lungo. La famiglia aveva contattato il medico di base, che non aveva ritenuto fosse il caso di ricoverare i genitori. “Diceva loro di prendere Tachipirina ma la febbre non passava – racconta Elena – Mio padre oltre alla febbre aveva problemi respiratori. Di nostra iniziativa dopo una settimana di febbre e il resto abbiamo chiamato l’ambulanza perché mia madre stava malissimo e aveva febbre a 40, mio padre aveva la saturazione a 83″.

I due sono stati ricoverati all’Ospedale Poliambulanza di Brescia. Sottoposti al tampone, l’esito positivo è stato fornito cinque giorni dopo. “A Brescia – spiega la figlia – stati curati con antibiotico ed eparina poiché i medici mi dicevano che erano pazienti non critici ma stabili . Mia madre è stata dimessa dopo 5 notti. Mio padre è stato 10 giorni a Brescia in reparto. Mi dicevano che la saturazione era buona e che aveva bisogno di ossigeno ma la situazione non era critica. Essendo un paziente stabile – continua – e sulla strada buona per lo svezzamento da ossigeno, dopo 10 giorni lo hanno mandato al Policlinico su Monza per la convalescenza”. Una parola – “convalescenza” – che la donna cita testualmente.

Alla donna viene concesso di vedere il padre per l’ultima volta. Quando si reca in ospedale per portare all’uomo il cambio biancheria lo vede, sorridente, che la saluta con la mano, attraverso la piccola finestra di una porta. Ma al Policlinico la situazione precipita velocemente in due giorni. “I medici mi dicevano che stavano somministrandogli il protocollo francese, cioè anti malarico, e in due giorni la situazione è precipitata. Me lo hanno passato a telefono prima di tentare di intubarlo e poi mezz’ora dopo mi hanno chiamato per farmi le condoglianze“. Doveva essere solo una convalescenza, ripete la donna.

La Lombardia è stata la regione più colpita dal coronavirus. Al 5 maggio 2020 i dati della Regione fanno registrare 78.605 contagiati e 14.380 decessi. La provincia bresciana è la seconda più colpita dopo quella di Milano, con 13.169 casi.

Redazione

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