Ha lottato e nel giorno del suo 57esimo compleanno intravede uno spiraglio di luce. Ferruccio Amonini è ricoverato da 24 giorni presso il reparto pneumologia dell’ospedale di Merate. È un vigile del fuoco volontario, ex guardia giurata di lungo corso, e sta combattendo contro il Covid-19. “Il drago”, come lo chiama lui. Una lotta estenuante, come si legge nei post sul suo profilo Facebook attraverso i quali ha raccontato il suo calvario. E proprio nel giorno del suo compleanno “l’Alpino”, com’è soprannominato, comincia a vedere una luce in fondo al tunnel.

“Voglio che si veda e si percepisca la gravità di questa faccenda – scriveva in un post che era un appello e allo stesso tempo una testimonianza – non prendiamola sotto gamba, non sottovalutiamo la pericolosità di infettare, di essere infettati. Vi prego restate a casa, qui non si sta bene credetemi, dopo 3 settimane sono saturo. La salute davanti e prima di tutto, il resto può aspettare – aggiungeva Ferruccio – spero che questa mia diretta testimonianza apra il cuore e la coscienza alle persone e che le faccia ragionare … a casa senza palloni in testa, senza maschere tubi, flebo, prelievi, medicinali, esami … ma vuoi mettere!!!! Cosa non darei per rinchiudermi anche per un anno in casa perché, ve lo assicuro, qui non siamo al mare, ma molto peggio … Vi abbraccio fortemente – scriveva – Scusate lo sfogo, ma ne avevo proprio bisogno, la rabbia mi rosica. Con affetto Ferruccio … la vinco io questa guerra”.

Dopo i primi sintomi e dopo aver richiesto informazioni ai vari numeri per l’emergenza senza ottenere risposte, l’uomo si era presentato al pronto soccorso lo scorso 15 marzo. E da allora non è più uscito, come ha raccontato a Merateonline.it. A causa del coronavirus ha perso anche suo padre, Fiorenzo, che aveva 80 anni. Quello è stato il suo momento più difficile. Al giorno.it ha dichiarato: “Quando mi prende la tosse e mi manca il fiato mi sembra di stare per morire, non so più dove andare a prendere l’aria di cui ho bisogno, nemmeno se sono attaccato all’ossigeno. È una sensazione tremenda”. È solo grazie ai medici e al personale sanitario se, almeno per un paio di volte, non è soffocato per via delle crisi respiratorie causate dalla polmonite interstiziale da coronavirus.

Per il suo compleanno le infermiere dell’ospedale hanno a Ferruccio un cioccolatino e un bigliettino, come ha raccontato l’uomo su Facebook. Un gesto commovente che ha evidenziato ancora una volta il sacrificio e la dedizione del personale sanitario che sta affrontando quest’emergenza in prima linea.

Redazione

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