Il dolore, il dramma consumato in pochi giorni, la tragedia di aver perso la propria compagna di vita. E Luciano adesso vuole almeno recuperare gli effetti personali di sua moglie. Ma un po’ com’era successo all’inizio della malattia non sa a chi rivolgersi, a chi domandare, a chi avanzare richieste. Lo racconta allora su Facebook. “Ho perso mia moglie di 44 anni per questo maledetto virus”, scrive. E in poche righe racconta un calvario straziante, troppo simile a quello degli molti altri degli oltre 26mila deceduti italiani a causa della pandemia da Covid-19.

“Era andata a fare assistenza ad un anziano in un ospedale qui vicino (non era Oss, lo faceva per aiutare una famiglia), dopo la morte di questo signore abbiamo saputo che era positivo al Covid-19”, comincia Luciano. Dall’8 marzo la donna inizia così a sentirsi male. Soffre i primi sintomi, quelli tipici del coronavirus: febbre alta, tosse secca. Il medico curante non riesce a indicare loro una qualche consulenza, così il giorno dopo si recano al tendone presso l’ospedale per sottoporsi al test. “I tamponi vanno prenotati, sono contati“, si sentono rispondere. E quindi tornano a casa.

Per due giorni provano a contattare la Asl per prenotare il tampone ma non ricevono alcuna risposta. “Arrivò la prima crisi respiratoria – continua l’uomo – lì decisi di metterla in macchina e portarla in un altro ospedale dove avevano allestito un triage Covid all’esterno del pronto soccorso, e lì la accettarono”. La donna entra alle 17:00, la visitano all’una e mezza di notte. La diagnosi è purtroppo quella annunciata: polmonite. Segue il ricovero. E poi il 16 marzo il trasferimento in terapia intensiva. La moglie di Luciano viene intubata.

“Fino al 19 marzo. Il giorno in cui ci comunicarono il decesso”. Il calvario della donna è durato poco più di dieci giorni. Il virus si è rivelato letale come in tanti altri casi. “A più di un mese dalla sua scomparsa non siamo ancora riusciti ad avere i suoi effetti personali – lamenta Luciano – ci hanno riempiti di versioni, a mio avviso poco credibili perché se c’è una prassi va rispettata, queste cose non possono essere scomparse, dissolte nel nulla”. E quindi lancia il suo appello: “Qualcuno ha qualche consiglio? Come devo comportarmi? Cosa devo fare per riavere almeno i suoi effetti personali?

Redazione

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