“Mio padre è stato ammazzato dalla malasanità”. Comincia così il racconto di Rosa Truono, giovane infermiera di 24 anni che ha visto suo padre Lucio andarsene da solo e lontano dai suoi affetti in una città straniera. “Mio padre il giorno di Pasqua è stato malissimo”, racconta tristemente a La Città di Salerno. “Ha chiamato l’ambulanza per farsi portare in ospedale dove gli hanno diagnosticato il Covid-19. Ma, dopo alcuni esami, gli hanno detto di tornare a casa perché era giovane, poteva curarsi prendendo soltanto il paracetamolo e restando in isolamento per altri sette giorni”.

Lascia l’amaro in bocca la storia che vede coinvolto Lucio Truono, un ragazzo italiano di 43 anni deceduto a Londra per Coronavirus. Lucio, originario di Giffoni Valle Piana in provincia di Salerno, si era trasferito in Inghilterra qualche tempo fa dopo la separazione con la moglie. Nella capitale inglese lavorava come orafo presso una grande società nel quartiere londinese di Hatton Garden, famoso proprio per le numerose attività di lavorazione dell’oro. Secondo quanto riportato dagli amici conterranei di Lucio, con cui l’uomo manteneva ancora dei contatti, la sua è stata una morte non soltanto triste perché era da solo, ma che poteva essere evitata se la sanità inglese si fosse accorta in tempo delle sue condizioni di salute. Infatti, qualche giorno prima della morte l’uomo aveva accusato un forte stato febbrile e si era recato in ospedale per essere sottoporsi ad una visita, sperando di essere ricoverato. Agli amici però ha raccontato che i sanitari inglesi gli hanno fatto soltanto un controllo per poi rispedirlo a casa. Con il passare dei giorni, le sue condizioni non sono migliorate e i sintomi del Covid-19 diventavano sempre più evidenti e gravi, fino a provocarne il decesso.

IL CASO – Lucio viveva in un appartamento da solo. Così gli amici e i familiari, non avendo sue notizie da un paio di giorni, contattano una loro amica di Giffoni residente anche lei a Londra per riuscire a raggiungere la sua abitazione nel tentativo di capire cosa stesse succedendo. La ragazza, giunta nei pressi della casa del 43enne, prova a chiamare sul telefono di Lucio ma non risponde nessuno. Allarmata, contatta subito gli agenti di polizia i quali, giunti sul posto, hanno forzato la porta d’ingresso trovando Lucio sul letto senza vita. A condividere pubblicamente la notizia della sua morte è stato Claudio Gubitosi, direttore e fondatore del Giffoni Film Festival, il quale aveva avuto il piacere di conoscere Lucio lavorando con lui negli anni ’90. Profondamente scosso dalla notizia, Gubitosi ha scritto una lettera al ministro degli Esteri Luigi Di Maio per fare luce sulla morte di Lucio.

Il messaggio sulla sua pagina Facebook recita così: “Caro Luigi, abbiamo appreso con dolore e rabbia che il nostro concittadino, Lucio Truono, 43 anni, mio collaboratore negli anni ’90, è morto a Londra per Covid 19.Trasferitosi in Inghilterra da anni,dove lavorava per una azienda orafa,è stato trovato morto da solo in casa nel quartiere di Hatton Garden. Lucio si era recato in ospedale perché accusava un forte stato febbrile, sperando di essere ricoverato. I sanitari lo hanno rispedito a casa. Le sue sue condizioni si sono aggravate fino alla morte. Una sua amica, sollecitata dagli amici di Giffoni che erano in contatto con lui e non rispondeva piu a telefono, si è recata sul posto e ha chiamato la polizia che entrata in casa, ha trovato questo povero ragazzo riverso sul letto. Credo che questi sanitari inglesi abbiano commesso un crimine. Ti prego di segnalare questa terribile storia alla nostra Ambasciata a Londra perché possa fare luce e acquisire tutte le informazioni utili. Grazie per quello che farai”.

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