Il Tribunale della Libertà ha revocato gli arresti domiciliari a Luigi Incarnato, già assessore regionale ai Lavori Pubblici della Regione Calabria, attuale amministratore della SORICA (l’azienda dell’acqua), coordinatore dell’aggregazione politica che sosteneva Mario Oliverio come presidente della regione. Si tratta certamente del “politico” più importante tra quanti sono stati coinvolti nel blitz “Rinascita Scott” del procuratore Gratteri.

A questo punto la situazione è la seguente: una decina gli arrestati rimessi in libertà tra i provvedimenti emessi dal gip e quelli del TdL mentre tre persone sono state fatte uscire dalle carceri per i domiciliari. Si aspettano nei prossimi giorni le decisioni del Tdl per diversi altri arrestati. L’ultimo degli arrestati rimessi in libertà si chiama Palamara. Era accusato di avere estorto a uno che lavorava nella pasticceria del fratello una torta, una bottiglia di spumante e alcuni pasticcini. E’ ancora presto per trarre delle conclusioni ma sembra profilarsi all’orizzonte la possibilità che ad essere smontata come un “lego”, più che la Calabria per come dichiarato da Gratteri, sia l’inchiesta con 340 arresti, condotta dalla DDA di Catanzaro.

A questo punto è evidente che le elezioni regionali calabresi somigliano ad una partita di tressette. Ricordiamo che il presidente Oliverio, già pesantemente colpito da una misura di origine fascista qual è l’obbligo di dimora per quattro mesi tra i monti della Sila, è stato messo fuori causa anche se il provvedimento cautelare che lo riguardava è stato poi annullato dalla Cassazione perché viziato da palese “pregiudizio”. L’on. Nicola Adamo, altro sostenitore di Oliverio, si trova “confinato” lontano dalla Calabria perché coinvolto nel blitz.

Ovviamente su ogni politico coinvolto ognuno di noi è libero di esprimere il giudizio che più ritiene opportuno: l’anomalia sta nel fatto che non sia la “politica” a togliere dalla scena personaggi che potrebbero essere inadeguati al loro ruolo bensì le procure e prima ancora che sia stato celebrato un regolare processo. E non c’è alcun dubbio che la procura di Catanzaro abbia giocato un ruolo di primo piano nelle imminenti elezioni regionali. Anche perché opera alacremente nell’ombra la figura del “suggeritore occulto” che si fa portavoce degli umori delle procure e che mette veti su candidati vittime della malagiustizia anche se completamente scagionati da ogni accusa dai tribunali che li hanno giudicati. Una specie di invisibile segno di Caino impresso sulla fronte di ogni indiziato e che fa prendere corpo alla tesi di Davigo secondo cui una persona assolta altro non è che un colpevole che l’ha fatta franca.