Ammazzati mentre stavano lavorando in un basso, una casa al piano terra nel rione Fiat di Ponticelli. Sono morti così Antimo Imperatore, 55enne operaio tuttofare, e Carlo Esposito, 29enne recentemente scarcerato e ritenuto dagli investigatori vicino al gruppo De Martino, gli XX del quartiere orientale napoletano che con i De Micco sono in contrasto con il clan De Luca Bossa-Casella-Minichini.

Un uomo si è costituito poche ore dopo e al momento si trova negli uffici della Procura di Napoli. Non è nota l’identità e le sue parole  (“Sono stato io”) sono al vaglio degli inquirenti. Non sono ancora noti i motivi di quello che sembra essere un agguato di matrice camorristica avvenuto poco dopo le 9 di mercoledì 20 luglio nelle abitazioni popolari in via Eugenio Montale.

Imperatore, sposato e padre di due ragazze, ha piccoli precedenti non riconducibili alla criminalità organizzata, è stato ammazzato sull’uscio della porta, mentre Esposito è stato raggiunto da più colpi d’arma da fuoco all’interno del ‘basso‘ in questione. Entrambi, secondo una prima ricostruzione, stavano effettuando dei lavoretti all’interno della piccola abitazione, dove lo stesso Esposito si era trasferito da poco.

Quello che risulta ai carabinieri della Compagnia di Poggioreale e ai militari del Nucleo Investigativo è che le due vittime si trovavano all’interno del basso dove stavano effettuando dei lavoretti. Imperatore stava sistemando una zanzariera ed Esposito probabilmente lo stava aiutando. Dalle testimonianze delle persone presenti sul posto, Imperatore era un operaio tuttofare molto conosciuto nella zona non collegato alla camorra. Esposito invece è parente di un affiliato, Ciro Uccella (attualmente detenuto), al gruppo De Martino, che è egemone proprio nel rione Fiat. Si indaga a 360 gradi anche se le modalità dell’agguato e il luogo dove è avvenuto non portano a escludere l’ipotesi di una epurazione interna.

LA MOGLIE DELL’OPERAIO: “VITTIMA INNOCENTE, LAVORAVA PER LE SIGARETTE” – “Mio marito non è un camorrista, era una brava persona. Si è trovato qua per mettere una zanzariera, per un pacchetto di sigarette (“per 20 euro” aggiunge un’altra donna). Lo chiamavano il Robin Hood del quartiere perché faceva del bene, faceva dei lavoretti per le persone in difficoltà, con pochi soldi. Lo faceva anche in cambio di un pacchetto di sigarette. Chiedo giustizia perché mio marito è stato ucciso come vittima innocente”. Sono  le parole della moglie di Antimo Imperatore, il lavoratore di 55 anni ammazzato a Ponticelli questa mattina, all’interno di un basso dove si trovava anche Carlo Esposito, 29 anni festeggiati pochi giorni fa (16 luglio).

Parole forti quelle della moglie di Imperatore rilasciate ai giornalisti presenti. La donna rimarca la genuinità della propria famiglia, fatta di persone “che la mattina si svegliano e vanno a lavorare. Io lavo le scale nei condomini, mio marito fa il Robin Hood, aiuta le persone in difficoltà con dei lavoretti in cambio di poco. Abbiamo due figlie e due nipoti, lui era legatissimo a loro”.

Un duplice omicidio che avviene a poche ore di distanza dall’arresto di tre esponenti del clan De Luca Bossa, tra cui Emmanuel De Luca Bossa, 23 anni, figlio di Antonio (in carcere da circa 25 anni), ritenuti responsabili dell’agguato mancato avvenuto sabato 2 luglio in viale Margherita, nel centro di Ponticelli.

Nel pomeriggio di quella giornata, sono stati esplosi diversi colpi d’arma da fuoco che finirono contro due auto in sosta. Non si è trattato di una stesa ma di un tentativo di omicidio con la vittima designata riuscita a mettersi in salvo dietro le vetture.

Nelle scorse settimane è stato scarcerato, ora è ai domiciliari, Christian Marfella, 28 anni, fratellastro di Antonio, detto ‘Tonino ‘o sicc’, e figlio di Teresa De Luca Bossa e Giuseppe Marfella, ex boss di Pianura in carcere da decenni. Il suo ritorno in semilibertà è monitorato dagli investigatori, soprattutto dopo l’omicidio di Carmine D’Onofrio, il 23enne incensurato ucciso a colpi di arma da fuoco nella notte tra il 5 e il 6 ottobre 2021 in via Luigi Crisconio, nel quartiere Ponticelli a Napoli, mentre si trovava con la compagna convivente, incinta all’ottavo mese.

 

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.