Alle 22 in punto l’aereo da Tel Aviv è atterrato a Orio al Serio. Il piccolo Eitan, 6 anni, unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone il 23 maggio scorso è tornato in Italia. Il volo era partito poco dopo le 19, ora locale, dall’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Con Eitan hanno viaggiato la zia Aya Biran Nirko, suo marito Or e le loro due figlie. Per lui adesso inizia una nuova vita dopo le liti tra le due famiglie che si sono contese l’affido.

Dopo 84 giorni trascorsi in Israele, per quella che i familiari gli hanno descritto come una lunga vacanza, Eitan è tornato in Italia. Dopo la tragedia del Mottarone e il rapimento del nonno, tornerà a una quasi normalità. “Eitan torna a casa della zia, accanto alla casa dove è cresciuto da quando aveva un mese – la casa dei suoi genitori defunti – vicina anche alla casa dei nonni da parte del padre, che lì aspettano il suo ritorno”, hanno fatto sapere con una nota i legali della famiglia Biran.

In aeroporto a Tel Aviv, le procedure per la restituzione dei passaporti e per garantire un passaggio agevole, veloce e sicuro al gate e al controllo di frontiera sono state supervisionate a distanza dagli avvocati della famiglia Biran, Shmuel Moran e Avi Chimi. Adesso il bambino, dopo un’aspra battaglia legale in Israele, potrà tornare “alla sua routine, a tutti i suoi contesti medici, terapeutici ed educativi ai suoi amici del quartiere e alla scuola, alla comunità in cui è cresciuto , e al suo adorato gatto Oliver”.

Nel frattempo, a Travacò Siccomario, paese alle porte di Pavia, tutto è pronto per il suo rientro. La luce della cucina, al secondo piano della villetta di mattoni rossi della famiglia Or-Biran, è stata accesa per tutto il pomeriggio, dopo che le imposte erano rimaste chiuse per diverse settimane. Anche il nonno paterno ha lavorato – silenzioso e schivo come sempre – per ore intorno a casa. Ma l’attenzione di tutti – familiari, concittadini e autorità – adesso è soprattutto volta tutelare la privacy di Eitan, per dargli modo di ritrovare uno scampolo di serenità.

“Siamo felici dell’epilogo, felici che Eitan torni in Italia come secondo noi doveva essere, ma saremo ancora più felici quando lo vedremo giocare saltellare con e come tutti gli altri bambini”, dicono Pino Ciurleo e Elena Milanesi, titolari della tintoria e sartoria proprio di fronte a casa degli zii paterni. Perché Eitan ritrovi il sorriso, però, la zia Aya ha chiesto soprattutto discrezione e rispetto. Anche per questo il giardino di casa è protetto dagli sguardi di curiosi e giornalisti da teloni verdi, che coprono sia il cancello rosso fuoco che dà sulla strada principale, sia la recinzione che separa la proprietà dalle villette vicine.

Anche i clienti e i gestori del bar ristorante a pochi passi dalla villetta, dove Eitan ha festeggiato l’ultimo compleanno, i negozianti e i concittadini sono pronti a tutelare il bambino dalle troppe attenzioni non desiderate. Il loro abbraccio “affettuoso e di cuore” per il momento “sarà virtuale, non di presenza”, chiarisce la sindaca del paese, Domizia Clensi. “Mi auguro che Eitan possa tornare tornare nella casa degli zii, entrare e uscire senza avere addosso gli occhi di tutti – aggiunge – perchè è stato tanto al centro dell’attenzione. Forse un po’ troppo per un bambino così piccolo”.

Un pensiero condiviso anche dal sindaco di Pavia, Fabrizio Fracassi, che dopo il crollo della funivia si è subito mobilitato per Eitan, anche con una raccolta fondi, e che è sempre stato al fianco della zia Aya. “È lei la vera eroina di tutta questa storia”, dice. “Eitan è come se fosse mio figlio. Adesso ha bisogno di tanto amore, di calore e soprattutto di tranquillità. Va trattato bene”, prosegue Fracassi, che chiede a tutti di spegnere i riflettori su Eitan, per permettergli di riprendere la sua vita di bambino nel punto in cui – due giorni prima di iniziare la scuola – si era interrotta. Presto tornerà in classe, all’Istituto Maddalena di Canossa a Pavia, dove sono iscritte anche le cuginette. I compagni lo aspettano e finalmente potrà sfoggiare quello zaino – coloratissimo e con le ruote – che aveva scelto nella cartoleria vicino a casa, pochi giorni prima del rapimento. (Fonte: LaPresse)

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.