Vinceremo noi perché l’Abruzzo merita un governo molto migliore di quello che ha conosciuto e tanti cittadini hanno capito che questa possibilità c’è: si chiama Luciano D’Amico. Mai finora c’era stato un governo incapace, ostile e inefficiente come quello guidato da Marsilio. Sono loro stessi a fornirci la prova del loro fallimento: continuano a dire “faremo”, “cambieremo”, “realizzeremo”.

Se avessero ben governato farebbero un rendiconto, non promesse. L’Abruzzo è arretrato gravemente economicamente (si sono cancellate 3.000 piccole imprese), socialmente (25.000 prestazioni sanitarie in meno l’anno scorso e un buco di oltre 100 milioni di mobilità passiva perché chi può va a curarsi fuori regione), demograficamente (si sono perse migliaia di abitanti soprattutto giovani costretti a studiare o a lavorare fuori regione), le infrastrutture sono state abbandonate, le zone montane, le “terre alte” hanno subito un ulteriore spopolamento per l’assenza di servizi. In Abruzzo 170.000 persone vivono sotto la soglia di povertà, 40.000 in più del passato, per la cancellazione del Reddito di Cittadinanza che aiutava i più poveri.
Chiunque può testimoniarlo con la sua esperienza di vita: in questi anni la situazione è peggiorata.

Le bugie della destra

Raccontare un Abruzzo felice è la bugia più crudele che la destra possa dire, uno sfregio al disagio e alla sofferenza di tante, tantissime persone. Un’offesa che amareggia ancora di più perché Marsilio in questi anni ha confermato di essere non solo estraneo, ma indifferente al destino di questa terra. Dico di più: è stato un nemico dell’Abruzzo. E la prova regina sta nel suo essere asservito agli ordini romani e di essere pronto a tradire l’Abruzzo condannandolo all’impoverimento che produrrà l’Autonomia differenziata, una “secessione dei ricchi” tomba delle regioni più fragili, che promette peggiori servizi sanitari, scuola, assistenza sociale, tutta l’economia locale, e meno risorse pubbliche per garantire prestazioni ai cittadini.

Obiettivi

Per questo il primo atto che farà il presidente D’Amico sarà ritirare l’adesione dell’Abruzzo a questo disegno scellerato che distruggerebbe l’unità nazionale, per fare un paese “arlecchino” con 20 regioni ognuna con competenze diverse, e nuove diseguaglianze sociali. Un disegno che, unito al Presidenzialismo, produrrà una democrazia più povera, più autoritaria, con minore partecipazione. Batteremo una destra che non è liberale, ma accanita contro i poveri, che aumenta la precarietà e però poi favorisce i condoni, sta con i ricchi, i potenti e i prepotenti. Con una straordinaria rimonta, in queste settimane abbiamo costruito una chance di vittoria impensabile tre mesi fa grazie a un uomo pacato e competente come Luciano D’Amico, un programma costruito ascoltando e parlando con la comunità locale, e a un’alleanza politica mai così ampia. La partecipazione di persone che non si vedevano da anni, e di tanti ragazzi e ragazze cui serve una speranza ne è la prova.

Il futuro

Rilanceremo la sanità pubblica investendo risorse perdute con la mobilità passiva per assumere medici e personale, ridurremo le liste d’attesa e le file interminabili ai Pronto Soccorso come in Emilia Romagna, investiremo in politiche industriali i fondi del PNRR per azioni strategiche e non per l’ordinarietà come fatto finora. Daremo servizi agli studenti perché formazione e ricerca sono i primi strumenti di un progresso moderno, incrementeremo servizi sociali a partire dagli asili nido perché le giovani coppie abbiano la certezza di trovare aiuto per i loro figli, faremo dell’ambiente naturale, così pregiato in Abruzzo, un perno dello sviluppo sostenibile. Per questo la destra ha paura. Per questo vinceremo noi. Anche se per scaramanzia diciamo: “Non succede. Ma se succede…”.

Pierpaolo Pietrucci

Autore

Consigliere Regionale Pd Abruzzo