Marco Marsilio è al rush finale. Mancano una manciata di giorni al voto del 10 marzo in Abruzzo, e forse anche una manciata di voti per mettere in sicurezza la ricandidatura del governatore di centrodestra di Fratelli d’Italia.

Oggi arrivano in Abruzzo tutti i leader del centrodestra, dalla premier Meloni a Salvini e Tajani.
«Un bel segnale di unità che celebra l’unità della coalizione. Vengono tutti: Meloni, Salvini, Tajani, Cesa e Lupi. Più un sesto leader, il rappresentante della lista civica Marsilio Presidente, Terenzio Lusi».

Avete tratto insegnamento dalla sconfitta in Sardegna?
«Sardegna e Abruzzo sono agli antipodi. Lì evidentemente il governatore non era molto apprezzato se è stato cambiato il candidato all’ultimo, con una gestione non impeccabile del passaggio di consegne. Qui i risultati concreti ci sono e si possono vedere. Io sono stato ricandidato con pieno sostegno unitario di tutte le forze della coalizione».

E con una certa pressione, anche da parte di Giorgia Meloni. Vietato sbagliare, par di capire.
«Io e Giorgia abbiamo un’amicizia che dura da trent’anni. È il suo collegio, è stata eletta in Abruzzo e noi ne siamo felici. Ma Giorgia Meloni è prima di tutto una leader esigente e vuole vedere l’esito della nostra azione amministrativa. Come lo devono vedere gli elettori».

Proprio in questi giorni, tra l’altro, si sono sbloccati i fondi per finanziare la Roma-Pescara. Partono sempre in tempo i treni che vanno dalla Capitale verso la campagna. Elettorale.
«Ironie a parte le dirò che sono molto soddisfatto. Ho iniziato la battaglia per la Roma-Pescara a inizio del 2020. A neanche un anno da inizio del mio mandato ho dato vita a un tavolo di confronto con il Ministero che allora era guidato da Paola De Micheli. Siamo riusciti a rispettare i 90 giorni della costituzione del tavolo e all’inizio estate del 2020 abbiamo firmato l’avvio dei lavori. Conte, allora premier, inserì 620 milioni nel Pnrr per fare quattro lotti. Rfi qualche settimana dopo ci notificò che con quei soldi se ne potevano fare al massimo due».

Palazzo Chigi aveva contato male?
«Erano scarsi i fondi come era scarsa la volontà. E non parlo solo del governo Conte. Quando nel giugno 2022 Rfi era pronta, né il Ministero dell’ambiente né il governo Draghi hanno fatto pervenire i pareri nei tempi stabiliti. Io ho sollecitato tutti i soggetti anche durante il governo attuale. Quando Fitto ha fatto la checklist per lo stato di attuazione, Rfi ha dovuto dire che non ce l’avrebbe fatta per la Roma-Pescara. Ho sbattuto i pugni sul tavolo, a Roma. E per non perdere altri sei mesi con una nuova gara d’appalto il governo Meloni ha rifinanziato subito l’opera».

Cosa la distingue di più dal candidato del centrosinistra, Luciano D’Amico? Il fatto che lei è un politico e l’ex Rettore no?
«D’Amico non è politico perché non è riuscito ad esserlo. È uno che ha provato a fare politica, si era candidato cinque anni fa senza riuscire a essere eletto. Ci riprova adesso. Mentre faceva il rettore si metteva a fare l’amministratore di aziende pubbliche per nomina politica di Luciano D’Alfonso. Dietro all’immagine dell’ex Rettore c’è il suo mentore e padrino politico, D’Alfonso, con tutte le vecchie cariatidi del Pd che hanno lasciato macerie cinque anni fa di cui nessuno adesso rivendica la paternità».

Lei Marsilio si è laureato in Filosofia a Roma, però, non in Abruzzo.
«Approfitto per far notare che negli anni in cui D’Amico ne è stato Rettore, l’università di Teramo ha perso un quarto dei suoi iscritti. Non proprio un risultato di cui andare fieri».

Come risponde agli attacchi di D’Amico?
«Lavorando. Attraendo investimenti e riaprendo aziende con un occhio all’Abruzzo che vuole crescere. Siamo la regione più ricca del Mezzogiorno e primi per rapporto Pil/residenti, con punte d’eccellenza nazionali e qualcuna persino europea».

Addirittura? Me ne dica qualcuna.
«Siamo la prima regione in Italia per l’Automotive. Ad Atessa si producono 280.000 furgoni l’anno. La capacità produttiva è di 300.000 furgoni, se arrivassero i microchip da fuori saremmo ancora avanti. Honda fabbrica in Abruzzo la maggior parte degli scooter che vende in Europa. Sull’industria spaziale abbiamo difeso TeleSpazio, il centro di controllo di Iris 2. Proprio oggi (ieri per chi legge, ndr.) il Ministro Urso ha ufficializzato che il principale sistema di controllo sui satelliti europei sarà fatto da TeleSpazio, creando qui altri 200 posti di lavoro. Amazon aumenterà il traffico e gli addetti a San Salvo con oltre mille posti di lavoro. Coca Cola sta crescendo con due stabilimenti, Brunello Cucinelli apre da noi mentre Brioni, storica industria della moda, sta aumentando la produzione…»

Ho capito, ho capito.
«Dobbiamo sostenere questa potenzialità e questa vocazione: l’economia abruzzese deve decollare grazie all’unicità di un territorio che è tra i più belli del mondo. Il mio pallino è quello di far tornare in Abruzzo chi negli anni scorsi è andato via. Ho parlato con l’Ad di Stellantis, Tavares per chiedergli di investire sulla Val di Sangro. Può diventare l’hub logistico integrato dove porti, treni, autostrade concorreranno ad una movimentazione merci straordinaria. Nel teramano si sta stabilendo Aehra, veicoli di alta gamma di lusso».

Governatore, la fermo. Bei progetti, ma oggi chi si ammala come si cura, in Abruzzo?
«Questo mio primo mandato consegna una regione che ha attinto a mezzo miliardo di euro per l’edilizia sanitaria, fermi da 25 anni. Cinque anni fa quando andai al ministero venni quasi aggredito. C’erano dieci miliardi inutilizzati per l’edilizia sanitaria, noi eravamo l’unica regione a non usufruirne, oggi siamo quella che lo ha usato tutto. Quasi esaurendo quella dotazione a partire dagli ospedali di Avezzano, Lanciano e Vasto. E il completamento di quello di Sulmona, che era parzialmente realizzato. Abbiamo trovato una sanità in ginocchio, ne abbiamo fatto una rete ospedaliera sfidante con un progetto pilota che il Ministero osserverà a livello nazionale: un presidio diffuso».

E l’Aquila, rimane ferita dal terremoto…
«L’Aquila oggi è vitale. Stiamo competendo come Capitale italiana della cultura, abbiamo presentato ieri il programma a Roma. Ce la possiamo fare, sarà un momento anche simbolico di rinascita. L’Aquila ha richiamato il distretto farmaceutico, esporta verso l’estero. È una grande città incastonata tra monti e parchi che sono il nostro vero tesoro».

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.