Dopo la pubblicazione dei primi risultati elettorali per le elezioni presidenziali nella Repubblica Democratica del Congo sono iniziate le proteste di molti candidati. Stando ai voti della diaspora congolese in giro per il mondo l’attuale presidente Felix Tshisekedi sarebbe oltre l’80% dei voti preannunciando una schiacciante vittoria.

È ovviamente presto per capire se i voti dei residenti all’estero possano essere rappresentativi del volere della totalità dell’elettorato congolese, ma questo risultato è stato sufficiente per mettere in fibrillazione gli altri candidati anche se numericamente rappresenta soltanto l’1%. Cinque di loro, guidati da Moises Katumbi, vero contendente allo  scranno presidenziale, hanno chiesto che le elezioni fossero annullate e che venisse subito rimosso il presidente della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente, accusandolo di essere complice di brogli organizzati per favorire l’attuale presidente.

Secondo questi candidati i loro rappresentanti non avrebbero avuto libero accesso ai seggi che sarebbero stati messi in aree controllate dai governativi. Altri cinque candidati, questa volta guidati da Martin Fayulu grande sconfitta della scorsa tornata elettorale e con la presenza del dott.Denis Mukwege premio Nobel per la Pace 2018, hanno indetto una grande manifestazione il 27 dicembre nella capitale Kinshasa. Anche questo secondo quintetto accusa la Commissione Elettorale di gravi irregolarità e di aver prolungato il voto di 3 giorni per favorire Tshisekedi.

In realtà le operazioni di voto sono sempre state molto complicate in Congo a causa dell’estrema vastità del paese e dall’assenza di vie di comunicazione interna. Tutta la parte orientale del paese resta in stato di guerra ed intere province non hanno potuto partecipare al processo elettorale. Lo stesso problema è stato riscontrato nei circa 5 milioni di sfollati interni ed esterni che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni e che non sono registrati negli elenchi elettorali. L’attuale presidente ha amministrato con estrema fatica il paese e non ha risolto nessuno degli innumerevoli problemi che attanagliano la popolazione congolese, ma negli ultimi mesi si è mosso per trovare alleati e rafforzare la sua posizione anche con regalie e concessioni. La partita resta ancora aperta e ieri in un comizio post-elettorale Moises Katumbi si è detto certo della vittoria, mentre Martin Fayulu è apparso meno ottimista. I risultati definitivi sono attesi per il 31 dicembre, ma nella Repubblica Democratica del Congo non c’è mai nulla di scontato.

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Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi