Abdel-Fattah al-Sisi è stato confermato alla guida dell’Egitto con una percentuale dell’89,6% dei voti. L’ex generale che guida il grande paese arabo dal 2014 ha confermato tutti i pronostici della vigilia, anche se nelle precedenti consultazioni aveva ottenuto il 96%. Queste elezioni presidenziali hanno però visto il record di affluenza sfiorando il 67% degli aventi diritto al voto a dimostrazione di quanto la campagna di partecipazione abbia funzionato. La corsa verso la vittoria di al Sisi non è mai stata in discussione perché gli altri tre candidati erano personaggi minori senza nessun seguito in Egitto.

Hazem Omar, leader del partito popolare repubblicano si è classificato al secondo posto con il 4,5%, mentre gli altri due Farid Zahran e Abdel-Sanan Yamama si sono dovuto accontentare delle briciole. Zahran è il segretario di un piccolo partito di sinistra, mentre Yamama guida lo storico Waff, uno dei più antichi partiti egiziani, ma che è da anni fuori dalla vita politica del Cairo. Il confernatissimo presidente al-Sisi ha ottenuto più di 39 milioni di voti e questa vittoria lo proietta verso il suo terzo mandato consecutivo che sarà l’ultimo secondo la Costituzione egiziana. Le votazioni sono state giudicate regolari anche dagli osservatori internazionali e sono determinanti per gli equilibri regionali.

L’Egitto sta affrontando una profonda crisi economica con l’inflazione al 36.4% e la sterlina egiziana che ha già perso circa metà del suo potere d’acquisto. Al Cairo i prezzi di alcuni generi alimentari sono schizzati alle stelle e due terzi della popolazione vive al di sotto o appena al di sopra della soglia di povertà. La situazione è peggiorata con lo scoppio della guerra nella Striscia di Gaza, con l’Egitto che sta agendo anche da mediatore internazionale per ottenere un cessate il fuoco.

Il conflitto sta però facendo precipitare la fragile economia egiziana perché gli attacchi da parte degli Huthi dello Yemen stanno bloccando il traffico marittimo nel Mar Rosso e 5 delle principali società di trasporto container ha già deciso di dirottare I proprio traffico commerciale sulla circumnavigazione del continente africano. Per l’Egitto la perdita dei diritti di passaggio del Canale di Suez sarebbe il colpo di grazia dato che è la prima fonte di introito del grande paese arabo prima del turismo, in crisi per la guerra,  e degli idrocarburi.

Avatar photo

Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi