Seggi chiusi alle 15 e spoglio in corso per le elezioni regionali del Lazio. In attesa del dato finale sull’affluenza, il dato dell’astensione è tra i più alti di sempre: alle 23 di domenica 12 febbraio aveva votato appena il 26,3% degli aventi diritto. Il dato definitivo, secondo il Viminale, si attesta al 37,2%. Il dato conta tutti i 378 comuni della Regione. Alle scorse elezioni del 2018 si recò alle urne il 66,55 per cento degli aventi diritto.

I PRIMI RISULTATI – Stando ai primi instant poll, il candidato del centrodestra Francesco Rocca è tra il 48 e 52% delle preferenze, segue Alessio D’Amato del centro sinistra (29-33). Terza la grillina Donatella Bianchi 14-18%. Con questi dati il candidato del centrodestra sarebbe vicino alla maggioranza assoluta.

In base all’Exit Poll del Consorzio Opinio Italia per la Rai, Francesco Rocca raggiunge una forchetta tra il 50,5% e il 54,5% seguito da Alessio D’Amato, candidato del centrosinistra, il quale si piazza invece tra il 30% e il 34%; terza Bianchi che raggiunge una forchetta tra il 10,5% e il 14,5%.

Stando al secondo exit poll di Sky, Francesco Rocca per il centrodestra è tra il 49 e il 53 per cento. Alessio D’Amato per il centrosinistra tra il 30 e il 34 per cento. Donatella Bianchi per il Movimento 5 stelle tra il 12 e il 16. Rosa Rinaldi per Unione popolare tra 1 e 3 per cento.

Secondo l’exit poll  sempre del Consorzio Opinio Italia per Rai alle regionali per il Lazio Francesco Rocca è il più votato in tutte le fasce d’età: sia tra gli elettori 18-34 anni (46%), che tra i 35-54 anni (56,5%) che tra gli over 55 (52,6%). Seguono D’Amato, Bianchi e Rinaldi.

LE PRIME PROIEZIONI – Nella prima proiezione del Tg La7, Rocca è in testa al 53,7%, seguito da D’Amato al 32% e da Bianchi all’11,8%. Per Opinio Italia (Rai), con una copertura del campione pari al 12 per cento, il candidato del centrodestra alla Presidenza della Regione Lazio, Francesco Rocca, si attesta al 51,4% delle preferenze, seguono il candidato del centrosinistra Alessio D’Amato con il 35,3%, la M5S Donatella Bianchi, con l’11,3% e Rosa Rinaldi (Unione Popolare) con l’1,1 per cento.

I PARTITI – Per Swg (La7), in base alla seconda proiezione, il primo partito nel Lazio è Fratelli d’Italia con il 31,5%. La colazione di centrodestra si attesta al 55,8% con Forza Italia (10,4%), Lega (9%), Rocca presidente (2,5%), Udc (1,3%), Noi Moderati Rinascimento Sgarbi (1,1%).

Nella coalizione di centrosinistra il Pd avrebbe ottenuto il 19,7% delle preferenze, Azione-Italia viva il 3,7%, la Lista D’Amato il 3,2%, Verdi-Sinistra il 2,8%, Demos l’1,3%, +Europa 0,8% e Psi 0,5%. Il M5s, che sosteneva la candidata Bianchi, avrebbe ottenuto il 9% nettamente in calo rispetto alle Politiche. Il Polo progressista si attesta all’1,2%.

LE POLEMICHE – Polemiche per il post pubblicato sulla pagina ufficiale della Lega – Salvini premier – Roma. “Se non voti aiuti la sinistra a vincere nel Lazio. Hai tempo fino alle 15: vai a votare e scegli la Lega per sostenere Francesco Rocca!” si legge su un cartello rosso con la scritta gialla pubblicato in mattinata (10.35). Un messaggio che rompe il silenzio elettorale.

Lo scontro nel Lazio: i candidati

Nel Lazio gli sfidanti sono sei. Per il centrodestra Francesco Rocca: con lui 6 liste, tra le quali Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Lista Civica Francesco Rocca Presidente, Noi moderati – Rinascimento Sgarbi e Unione di centro. Per il centrosinistra Alessio D’Amato: 7 liste, tra cui Pd, Lista Civica d’Amato Presidente, Azione-Italia viva, Alleanza verdi-sinistra e +Europa – Radicali – Volt, Partito socialista italiano e Demos Democrazia Solidale. Per il Movimento 5 Stelle c’è Donatella Bianchi: 2 liste, quella del M5s e quella del Polo progressista. Tre gli outsider: Rosa Rinaldi per Unione popolare di Luigi De Magistris e Sonia Pecorilli per il Pci. Infine a destra Fabrizio Pignalberi sostenuto da 4 Popol per l’Italua e Pignalberi Presidente.

Come funzionano le elezioni regionali

I candidati si giocano tutto in un colpo solo: per i presidenti di Regione non c’è ballottaggio. Vince il candidato che prende più voti anche senza aver raggiunto il 50%. Per permettere poi al vincitore di poter contare su una maggioranza in consiglio regionale, è previsto un premio. In Lombardia alle liste collegate al presidente eletto è assegnato almeno il 55% dei seggi, se il vincitore ha ottenuto almeno il 40% dei voti alle urne; se invece ha preso più del 44% dei voti, alla sua coalizione sarà assegnato il 60% dei seggi. Nel Lazio invece il vincitore avrà un premio del 20% (avrà cioè 10 seggi in più, sui 50 totali del consiglio, rispetto a quelli ottenuti alle urne; il totale della sua coalizione non potrà superare però il 60%). In sostanza, a differenza della Lombardia, nel Lazio la maggioranza non è garantita.

Non ci sono listini bloccati, i candidati al consiglio regionale possono contare solo sulle preferenze. Sia la Lombardia sia il Lazio hanno infatti abolito il “listino del presidente”, che garantiva l’elezione certa a uomini di fiducia dei vincitori. Un elettore può esprimere fino a due preferenze per i candidati in consiglio, ma deve fare attenzione alle regole per la parità di genere: nel caso si esprimano due preferenze, devono riguardare due candidati di sesso diverso. Se si scelgono due uomini o due donne, la seconda scelta sarà annullata.

Redazione

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