L'editoriale
Lezioni americane: solo i trumpiani possono salvare i democrats
Avete vinto, e alla grande. Ma ora – cari elettori, tifosi e simpatizzanti di Donald Trump sparsi per il mondo – ponetevi l’obiettivo più ambizioso di tutti: date una mano ai democrats globali, aiutateli a non chiudersi nella riserva buia del rancore e del risentimento. Se sarete capaci di farlo, spenderete bene i vostri consensi, nell’interesse di tutti. Contribuendo ad abbattere uno spessissimo muro di incomunicabilità che si è impadronito del mondo, e non divide più destra e sinistra, ma popoli (qualunque entità il concetto inglobi) e élites (come sopra).
Assistete i dem dovunque, con pazienza e lungimiranza. Perché non solo li avete feriti a morte negli States, finanche nelle casematte che ritenevano invincibili (donne, metropoli, giovani). Ma perché, con la vostra vittoria netta, squillante, inequivoca, avete lanciato un potente messaggio universale contro i loro intoccabili santuari simbolici: il vostro leader non si genuflette di fronte alle regole date (i dem non vogliono cambiarle, ma solo perché le hanno fatte loro); esalta la ricchezza di chiunque la conquisti e ostenta la sua (i dem sono ricchi spesso e volentieri, ma fanno finta di vergognarsene); possiede una fisicità prorompente e volgare (mentre i dem vivono di norma di perenni omaggi all’understatement woke e gne gne). Così Donald Trump ha parlato alle persone in carne e ossa che popolano il mondo.
Ora provate a ridisegnarlo, questo mondo. Ne governate una parte considerevole, a partire da quella che è (stata) la sua nazione-guida. E dunque avete il dovere di indicare una strada che funzioni, ma per tutti, tenendo insieme spinte contrapposte e inconciliabili per definizione (pace/guerra, sovranismi/globalizzazione), facendo politiche giuste e, soprattutto, muovendovi senza spirito di vendetta. Ricordate che avete tutto l’interesse a portare dalla vostra parte, a farvi comprendere o quantomeno a temperare l’ira funesta di professori benestanti e accigliati, del burbero mainstream mediatico, dei custodi occhiuti e nostalgici delle memorie del Novecento, del gigantesco apparato dello showbiz mondiale che non vi ama, dell’orribile ceto medio riflessivo incapace di riflettere sul proprio stagnante narcisismo.
È tutto vero quello che dite (e pensate): i democrats globali sono spocchiosi e arroganti, credono di essere l’indispensabile sale della terra, vogliono dettare norme e comportamenti di vita al popolo presunto bue. Non per tutte queste (più che buone) ragioni, è il caso di farne dei resistenti a oltranza. Usiamo la parola giusta, cari i miei trumpisti: provate da oggi, se ne siete capaci, ad allenare per davvero l’egemonia. Sotto ogni latitudine.
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