L’ex giudice Antonio Esposito – presidente del collegio di Cassazione che nel 2013 condannò in via definitiva Silvio Berlusconi – ha chiesto alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di essere ascoltato per dimostrare la sua “assoluta imparzialità” e argomentare, contrariamente a quanto sostenuto dai legali di Berlusconi (Andrea Saccucci, Bruno Nascimbene, Franco Coppi e Niccolò Ghedini), sulla “totale regolarità e correttezza” del procedimento in cui il leader di Forza Italia era accusato di frode fiscale. Per quella condanna Berlusconi perse il suo seggio in Senato, peraltro sulla base della Legge Severino, approvata in tempi successivi all’ipotesi di reato. Esposito ha presentato istanza in tal senso martedì scorso nell’ambito del procedimento “Berlusconi contro Italia” presso la Cedu. Lo hanno reso noto tramite un documento i suoi legali Antonio Grieco e Antonio Pagliano. Dunque ora il giudice vuole andare a difendere il suo onore e il suo operato davanti ai colleghi di Strasburgo, dopo che il nostro giornale ha divulgato una dichiarazione registrata del dottor Amedeo Franco – relatore in Cassazione in quel procedimento – secondo cui la sentenza di condanna di Berlusconi da parte della Cassazione sarebbe stata decisa a priori e probabilmente teleguidata.

Tecnicamente la richiesta di autorizzazione per essere ascoltato non comporta automaticamente la presa in carico della testimonianza di Esposito da parte dei giudici. In realtà, l’autorizzazione andrebbe richiesta ufficialmente solo dopo l’avvenuta comunicazione al Governo italiano del ricorso per l’apertura del contraddittorio, ma ancora non siamo in questa fase. E esiste anche l’ipotesi che la Corte decida solo in base alle carte che ha in mano senza sentire nessuno. I tempi, comunque, dovrebbero essere maturi se proprio in questo periodo a Strasburgo i giudici stanno vagliando le cause del periodo 2012-2013 che rientrano nella categoria delle ‘non urgenti’, anche se, come sappiamo, quella decisione della Cassazione ha cambiato le sorti politiche del nostro Paese. Se si iniziasse a discutere ora presso la Cedu, dovrebbero passare circa tre anni per la decisione: qualora fossero accolte le istanze dei legali di Berlusconi, si aprirebbe la strada per la revisione del processo, ma nulla accadrebbe ai giudici di quel collegio.

A commentare la decisione di Esposito ci ha pensato il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: «si conferma uomo di parte e non giudice terzo. Se avessimo usato il linguaggio veltroniano avremmo potuto definire l’ex magistrato Antonio Esposito, ‘il leader dello schieramento a noi avverso’. E già sarebbe una espressione fin troppo cortese nei confronti di un personaggio davvero a noi avverso. Testimonianze, fatti eclatanti, dichiarazioni di suoi ex colleghi lo inchiodano a una responsabilità evidente e gravissima, della quale prima o poi da qualche parte sarà chiamato a rispondere».

Sempre da Forza Italia fanno sapere che i parlamentari Bergamini, Bernini, Fazzone, Floris e Rizzotti, membri della delegazione italiana al Consiglio D’Europa, hanno scritto una lettera al Presidente dell’Assemblea parlamentare di Strasburgo, Rik Daems, per sollecitare l’attenzione dell’Assemblea rispetto agli ultimi sviluppi in merito alla sentenza della Cassazione del 2013, «sviluppi che avrebbero determinato una deviazione della storia politica repubblicana, in sovvertimento della volontà popolare liberamente espressa dai cittadini». I membri della delegazione hanno altresì annunciato la presentazione di una mozione per una risoluzione volta a individuare strumenti di controllo che impediscano qualunque forma di uso politico della giustizia nei paesi membri dell’Assemblea.