Forse il femminicidio di Aosta poteva essere evitato. Dopo l’arresto avvenuto mercoledì sera del sospettato Teima Sohaib, 21 anni, nato a Fermo e con origini egiziane ed ex fidanzato della vittima 22 enne Nathalie Laisne, le prime ricostruzioni dei carabinieri hanno svelato un particolare non irrilevante.

Il ragazzo si trovava sotto controllo giudiziario dallo scorso 13 gennaio, visto che per un episodio di violenza gli era stato notificato il divieto di avvicinamento alla ragazza e sarebbe stato processato il prossimo 3 maggio. Una misura cautelare che ha impedito di frequentaree la giovane, che pur avendo la possibilità, in un momento in cui alcuni testimoni raccontano di averla vista da sola (in attesa del ritorno del ragazzo allontanatosi per andare in bagno in un punto di ristoro non avrebbe chiesto aiuto ai passanti).

Il controllo

A sorprendere invece è stata la mancata azione delle Forze dell’Ordine, quando al traforo del Monte Bianco, la polizia di frontiera ha fatto scattare un controllo di routine ai due giovani seduti in fondo al pullman. Dall’accertamento elettronico per non è risultato il “controllo giudiziario” di Sohaib, verosimilmente mai inserito nel database della polizia.

La coppia ha così proseguito il suo viaggio fermandosi a La Salle, per cercare un posto dove campeggiare. Il resto della storia coincide con le ricostruzione dei giorni scorsi  con la salita fino al villaggio abbandonato della frazione Equilivaz e le coltellate all’addome e al collo con il corpo ritrovato lo scorso 5 aprile, all’interno ritrovamento nella chiesetta sconsacrata. Il movente è stato identificato nella volontà di possesso e di annullamento della vittima.

Redazione

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