Il concerto al Quirinale in ricordo delle vittime del coronavirus
Festa della Repubblica, Mattarella: “Il 2 giugno sia emblema della nostra ripartenza”

“Possiamo assumere questa giornata come emblematica per l’inizio della nostra ripartenza”. Lo afferma il Capo dello Stato Sergio Mattarella in occasione della Festa della Repubblica, prima del concerto al Quirinale in ricordo delle vittime del coronavirus. “Accanto al dolore per le perdite e per le sofferenze patite avvertiamo, giorno dopo giorno, una crescente volonta’ di ripresa e di rinascita, civile ed economica” afferma il presidente della Repubblica.
“La nascita della Repubblica, nel 1946, segnava anch’essa un nuovo inizio – ricorda Mattarella -. Superando divisioni che avevano lacerato il Paese, per fare della Repubblica la casa di tutti, sulla base dei valori di liberta’, pace e democrazia. Forze politiche, che erano divise, distanti e contrapposte su molti punti, trovavano il modo di collaborare nella redazione della nostra Costituzione, convergendo nella condivisione di valori e principi su cui fondare la nostra democrazia”. Il Capo dello Stato sottolinea come “quello spirito costituente rappresento’ il principale motore della rinascita dell’Italia. Seppe unire gli italiani, al di la’ delle appartenenze, nella convinzione che soltanto insieme si sarebbe potuta affrontare la condizione di estrema difficolta’ nella quale il Paese era precipitato”. “Questa sostanziale unita’ morale – per il Presidente – e’ stata il vero cemento che ha fatto nascere e ha tenuto insieme la Repubblica. E’ quel che ci fa riconoscere, ancora oggi, legati da un comune destino. Allora si reagiva ai lutti, alle sofferenze e alle distruzioni della guerra. Oggi dobbiamo contrastare un nemico invisibile, per molti aspetti sconosciuto, imprevedibile, che ha sconvolto le nostre esistenze e abitudini consolidate. Ha costretto a interrompere relazioni sociali, a chiudere le scuole. Ha messo a rischio tanti progetti di vita e di lavoro. Ha posto a durissima prova la struttura produttiva del nostro Paese”.
“Dobbiamo avere piena consapevolezza delle difficoltà che abbiamo di fronte. La risalita non sara’ veloce, la ricostruzione sara’ impegnativa, per qualche aspetto sofferta. Serviranno coraggio e prudenza”, ha detto il Capo dello Stato che domani sarà a Codogno per celebrare la nascita della Repubblica.
Per il Presidente servirà “il coraggio di guardare oltre i limiti dell’emergenza, pensando al futuro e a cio’ che deve cambiare. E la prudenza per tenere sotto controllo un possibile ritorno del virus, imparando a conviverci in sicurezza per il tempo che sara’ necessario alla scienza per sconfiggerlo definitivamente”. E ancora “Serviranno tempestivita’ e lungimiranza. Per offrire sostegno e risposte a chi e’ stato colpito piu’ duramente. E per pianificare investimenti e interventi di medio e lungo periodo, che consentano di dare prospettive solide alla ripresa del Paese”. “Abbiamo detto tante volte che noi italiani abbiamo le qualita’ e la forza d’animo per riuscire a superare anche questa prova. Cosi’ come abbiamo ricostruito il Paese settant’anni fa. Lo abbiamo visto nelle settimane che abbiamo alle spalle. Abbiamo toccato con mano la solidarieta’, la generosita’, la professionalita’, la pazienza, il rispetto delle regole. Abbiamo riscoperto, in tante occasioni, giorno per giorno, doti che, a taluno, sembravano nascoste o appannate, come il senso dello Stato e l’altruismo. Abbiamo ritrovato, nel momento piu’ difficile, il vero volto della Repubblica” prosegue Mattarella.
“Ora sarebbe inaccettabile e imperdonabile disperdere questo patrimonio, fatto del sacrificio, del dolore, della speranza e del bisogno di fiducia che c’e’ nella nostra gente. Ce lo chiede, anzitutto, il ricordo dei medici, degli infermieri, degli operatori caduti vittime del virus nelle settimane passate”. “Siamo orgogliosi di quanto hanno fatto tutti gli operatori della sanita’ e dei servizi essenziali – sottolinea il presidente della Repubblica -, che – spesso rischiando la propria salute – hanno consentito all’intera nostra comunita’ nazionale di respirare mentre la gran parte delle attivita’ era ferma. Siamo grati agli insegnanti per la didattica a distanza, agli imprenditori che hanno riconvertito in pochi giorni la produzione per fornire i beni che mancavano per la sicurezza sanitaria, alle donne e agli uomini delle Forze dell’Ordine, nazionali e locali, alla Protezione Civile, ai tanti volontari, che hanno garantito la sicurezza nell’emergenza”. “Sono consapevole che a questi comportamenti se ne sono, talvolta, contrapposti altri ad opera di chi ha cercato e cerca di sfruttare l’emergenza. Comportamenti simili vanno accertati con rigore e repressi con severita’ ma sono, per fortuna, di una piccola minoranza della nostra societa’ ” conclude il Capo dello Stato.
“Questo 2 giugno ci invita a riflettere tutti su cosa e’, su cosa vuole essere la Repubblica oggi. Questo giorno interpella tutti coloro che hanno una responsabilita’ istituzionale – a partire da me naturalmente – circa il dovere di essere all’altezza di quel dolore, di quella speranza, di quel bisogno di fiducia”.
“Non si tratta di immaginare di sospendere o annullare la normale dialettica politica. La democrazia vive e si alimenta di confronto fra posizioni diverse” spiega il Capo dello Stato. “Ma c’e’ qualcosa che viene prima della politica e che segna il suo limite. Qualcosa che non e’ disponibile per nessuna maggioranza e per nessuna opposizione: l’unita’ morale, la condivisione di un unico destino, il sentirsi responsabili l’uno dell’altro. Una generazione con l’altra. Un territorio con l’altro. Un ambiente sociale con l’altro. Tutti parte di una stessa storia. Di uno stesso popolo”
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