Esteri
Finanziamento venezuelano al M5S, da Caracas: “Maduro non sa neanche chi sono i grillini”

«Eh, ma noi mica diamo i soldi per finanziare gente in giro così, solo perché ci raccontano di essere amici nostri. A quei tempi, poi… c’era un lavoro lungo da fare e tutta una liturgia da rispettare. Bisognava venire a Caracas. Riuscire a parlare con uno di noi. Intanto bisognava trovarci. Non perder tempo con funzionari di mezzo. Chiunque del governo incontrasse un ospite estero faceva finta di essere un grande amico di Chávez. Bravi attori noi qui … sempre avuti. Sapete quanto ci mettevano gli emissari esteri a trovarci? Uh! Se non erano direttamente contattati da noi, se venivano di testa loro, giravano anni a vuoto offrendo cene su cene a buffoni d’ogni genere. Poi, quando ci trovavano, dovevano convincerci. Tornare e ritornare. Fare mooooooolta anticamera».
«E poi, passaggio fondamentale, dovevano riuscire ad incontrare Chávez. Un incontro politico reale, non due sorrisi e una foto. Noi non abbiamo mai dato un dollaro a nessuno senza che Chávez valutasse di persona e approvasse. Casaleggio ha incontrato Chávez?».
«Maduro, mah… non bastava. Poi, era il 2010. Non eravate una prorità voi. Non era quello che stava muovendosi in Italia il centro del nostro interesse. Non stavamo concentrando l’attenzione e gli sforzi sull’Europa. Guardavamo altrove. Stavamo finanziando altri. Parliamoci chiaro. Con tutto il rispetto. Maduro non avrà idea nemmeno adesso di chi siano i Cinque stelle. Figuratevi nel 2010 ».
Parole che valgono quanto può valere una voce interna al regime in questo caso. Appartata, ma interna. Trattasi di persona che sa quasi tutto di quel che si muoveva di sostanzioso per comprare sponde politiche fuori dal Venezuela dieci anni fa e che aveva sott’occhio Maduro, allora ministro degli esteri.
Parole da prendere con le pinze le sue. Ma forse da valutare, visto che qua stiamo valutando pure se il cavallo del timbro del documento pubblicato come autentico dal quotidiano Abc dovesse guardare a destra o a sinistra. I fatti in sintesi: il giornale spagnolo Abc sostiene che nel 2010 l’attuale presidente venezuelano Nicolás Maduro fece spedire una valigia con 3 milioni e mezzo di euro al consolato del Venezuela a Milano, destinatario Gianroberto Casaleggio. Per finanziare il movimento Cinque stelle, fondato l’anno prima. I grillini smentiscono. Dicono che quei soldi non li hanno mai visti. Casaleggio è morto nel 2016, suo figlio minaccia querele.
L’ambasciata venezuelana nega, ma è il suo mestiere. Il giornale conferma tutto. L’autore dell’articolo dice di aver ricevuto il documento per posta, di avere in mano vari riscontri all’informazione, non solo quel foglio presentato come un documento dei servizi venezuelani col timbro del segreto.
Il documento di Abc è una patacca? «A me pare un’operazione fatta male da qualcuno della destra dei servizi spagnoli, maldestri quelli là sono sempre stati. Non so dire se la manovra l’hanno fatta assicurandosi una sponda in Italia, suppongo di sì. Poi una valigia diplomatica non entra con certezza senza controlli. Come si può esser certi che una valigia con 3 milioni e mezzo di euro non sia intercettata?». Se una valigia con 800mila dollari è arrivata da Caracas a Buenos Aires perché non dovrebbe arrivare una valigia piena di euro a Milano? «Ma a Buenos Aires c’eraano di mezzo aerei privati, Pdvsa (l’impresa pubblica venezuelana del petrolio n.d.r.). Comunque a me non risulta che nel 2010 abbiamo dato soldi agli europei, quindi in questo caso qualcosa non torna».
Quelli di Podemos l’avete aiutati moltissimo, l’avete allevati dentro il gruppetto dei chavisti spagnoli, chiunque girasse per i palazzi di governo chavista a Caracas prima che Podemos diventasse notizia in Spagna incontrava quelli che poi divennero i dirigenti del gruppo, non negherete? «Ma Podemos non sono mica i Cinque stelle! Li conoscevamo da tempo, li abbiamo studiati, qualcuno di loro lavorava per noi da prima, è tutta un’altra storia quella di Podemos, c’era una conoscenza approfondita, non un sentito dire. Non tenevamo sotto osservazione i grillini». Non è vero perché qualcuno l’avete fatto venire in Venezuela, ce n’era qualcuno anche tra gli osservatori invitati da voi a seguire le elezioni del 2013, le prime dopo la morte di Hugo Chávez. «Ma non ci interessavano allora, semmai adesso».
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