“Sono un patriota, faccio il tifo perché questa storia non sia vera e voglio credere alle smentite. E da garantista sincero attendo gli accertamenti del caso”. E poi aggiunge: “Certo, se fosse vero, sarebbe alto tradimento della Patria“. È un Matteo Renzi zen, pacato, cerchiobottista quello che, in un’intervista di Fabio Martini per La Stampa parla dei suoi avversari di sempre, Di Maio e il Movimento 5 Stelle: un colpo al cerchio, Di Battista, e un assist alla botte, Di Maio.

“Sulla politica estera – spiega l’ex presidente del Consiglio – di affermazioni strampalate i Cinque stelle ne hanno fatte tante. Alessandro Di Battista è arrivato a dire che Obama è un golpista. Ma voglio sperare che siano state idiozie dette…gratis e non a pagamento. Al tempo stesso occorre riconoscere che la gestione di Di Maio alla Farnesina, anche in rapporto alla vicenda del Venezuela, è stata sinora inappuntabile”.

Eppure questa vicenda rischia di travolgere un partito fortemente indebolito rispetto alle ambizioni di qualche anno fa. “Quel brand è molto usurato. Soprattutto perché su tante questioni hanno fatto grandi capriole, dal Vaffaday in poi. A me potete dire tutto,ma nessuno può mettere in discussione la linearità e la coerenza su tutti i temi e le battaglie combattute, dentro e fuori il governo”.

Se i Cinque Stelle perdono terreno, avanza però l’ipotesi di una lista Conte. “Io sono un grande tifoso della Lista Conte! – scherza il leader di Italia Viva -. Non lo dicono i sondaggi che porterebbe via voti ai Cinquestelle e al Pd? Un sondaggio oramai è un selfie dell’istante e da qui al 2023, tante cose cambieranno. E comunque sarebbe bene che il presidente del Consiglio e noi forze della maggioranza ci occupassimo dei posti di lavoro e non dei sondaggi”.  Una collaborazione che è già in essere pur venendo daesperienze diverse . “Ma la politica è far fronte alla realtà: io preferisco che Conte sia presidente del Consiglio e non lo sia Salvini. Con la Lega avremmo avuto un governo sovranista in Europa e “brasiliano” sul Covid. Per il futuro remoto invece non vedo grandi chances di lavoro comune“.