Con un rapporto dettagliato pubblicato a fine aprile 2025, l’organizzazione per i diritti umani UN Watch ha denunciato il grave conflitto d’interessi che coinvolge Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i “territori palestinesi occupati”. Il documento rivela che Albanese ha accettato finanziamenti per un viaggio ufficiale in Australia e Nuova Zelanda da parte di quattro organizzazioni apertamente schierate con Hamas.

Albanese e la conferenza con testo “poetico” di Sinwar

Durante una delle conferenze a cui ha partecipato Albanese, è stato pubblicamente letto il testamento del leader di Hamas, Yahya Sinwar, autore della strage del 7 ottobre 2023. Il testo è stato definito da uno degli organizzatori “poetico e commovente”. Non una parola di dissociazione da parte di Albanese, né prima né dopo l’evento.

La lettera Usa all’Onu

La reazione degli Stati Uniti non si è fatta attendere. Il Dipartimento di Giustizia americano (DOJ) – attraverso la sua Divisione per i diritti civili – ha inviato una lettera ufficiale all’Alto commissario Onu per i Diritti umani chiedendo la rimozione immediata di Albanese dal suo incarico. Il DOJ sottolinea che le violazioni mettono in discussione la neutralità di un organismo internazionale incaricato di monitorare i diritti umani in contesti di conflitto.

D’altro canto, sono note le prese di posizione di Albanese a sostegno della causa dell’Islam radicale che vuole la distruzione di Israele, così come è noto il suo essere megafono delle peggiori menzogne messe in circolazione da Hamas, dall’Iran e dalle organizzazioni terroristiche a quel regime collegate.

Anche l’Ue si attivi sul caso Albanese

È dovere morale e politico che anche l’Italia e gli altri Paesi europei prendano posizione. È il momento che anche i partner europei scrivano una lettera formale all’Onu, chiedendo che Albanese venga sollevata dal suo incarico. Il rispetto dei diritti umani non può essere affidato a chi partecipa a eventi finanziati da sostenitori di gruppi terroristici. L’Europa deve dimostrare di saper distinguere tra difesa del popolo palestinese e sostegno ideologico a organizzazioni come Hamas. Restare in silenzio significa esserne complici.

Associazione Setteottobre

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