Alessio Gatti aveva 23 anni quando è morto, a Genova, trovato senza vita nel suo appartamento a Nervi. Era il 2013 e il padre, Franco Gatti, morto oggi a 80 anni, stava per salire sul palco del Festival di Sanremo con i suoi Ricchi e Poveri. “Penso che Alessio sia il mio angelo, che mi venga dietro e mi aiuti. Credo che ci rincontreremo, lo spero”, raccontò tempo dopo il cantante in un’intervista a Storie Italiane su Rai1.

La vita di Franco Gatti non fu più la stessa dopo quella tragedia. A dare la notizia fu Fabio Fazio, all’epoca dei fatti direttore artistico e presentatore della kermesse. L’esibizione della band venne annullata. Gatti stava salendo sul palco con il suo gruppo per ritirare il Premio alla Carriera: per circa cinquant’anni i Ricchi e Poveri hanno calcato i palchi di mezzo mondo con le loro hit dal sapore nazionalpopolare come Che Sarà, Se m’innamoro, Mamma Maria, Sarà perché ti amo e Voulez vous danser.

Erano nati nel 1968, notati agli inizi da Franco Califano, che per i primi anni divenne il loro manager. Con i Pooh, i Nomadi e gli Stadio restano uno dei gruppi più longevi nella storia della musica italiana. Hanno vinto il primo posto al Festival di Sanremo nel 1985 con l’hit Se m’innamoro, si classificarono secondi nel 1970 e nel 1971. Hanno rappresentato l’Italia all’Eurovision Song Contest del 1978 con la canzone Questo amore. I Ricchi e Poveri restano ancora oggi il secondo gruppo italiano per vendite dietro ai Pooh.

 

 

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Quella sera del 2013 una telefonata avvertì Gatti della tragedia. Il figlio, nato dall’unione con la moglie Stefania Piccasso, morì per un mix letale di alcol e droga. Era la prima volta che faceva uso di eroina. Come avrebbe raccontato il padre il 23enne aveva problemi con l’alcol ma non era un tossico, come avrebbe confermato l’autopsia. La notte in cui morì, tra il 12 e il 13 febbraio, a “Villa Novascone” il giovane era solo in casa. Sul posto vennero trovati psicofarmaci, una bottiglia di vodka e polvere bianca: eroina. I consulenti incaricati dal pm Cristina Camaiori della procura di Genova, Francesco Ventura e Cristina Stramesi, parlarono di prima assunzione.

“Ero certo che non avremmo scoperto nostro figlio tossicodipendente. Non c’è niente che mi consoli, se non che in tanti ci sono rimasti vicini per mesi senza trarre conclusioni affrettate”, dichiarò Franco Gatti il giorno della sentenza. Il cantante non riuscì però mai a ritrovare l’entusiasmo: abbandonò il gruppo. “I miei colleghi e amici continuano a lavorare. Io mi sono fermato perché non salivo più con gioia sul palco”. Uno strappo alla regola per la reunion de I Ricchi e Poveri nel 2020, sul palco del teatro Ariston al Festival di Sanremo durante la quale il gruppo cantò un medley di grandi successi.

“Mio figlio beveva, beveva e beveva. Ed è stata anche un po’ la sua disgrazia – raccontò Gatti a Storie ItalianeHa fatto una ca**ata, la prima della sua vita con gli stupefacenti e in un momento in cui non stava bene. E l’ha pagata così. Credo che ci rincontreremo, lo spero. Io mio figlio lo sento vicino. Era incredibile, dotato di una grande genialità. Io ho sempre giocato nei titoli borsistici, gli feci vedere come facevo, dopo sei mesi era migliore di me. Di studiare non se ne parlava, però era un tipo così”.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.