Uno stile di vita rigoroso contro la siccità
Fulco Pratesi, i consigli per non sprecare l’acqua: “Mi lavo con i barattoli e cambio le mutande ogni 3 giorni”
Una nuova emergenza sembra essere imminente anche in Italia. È l’allarme siccità che sta preoccupando governatori, associazioni ed esperti chiedono lo stato d’emergenza nazionale. Da nord a sud il conto dei danni causati a città e campagne che sale a 3 miliardi di euro. Ed è drammatico il pensiero che si stia iniziando anche a pensare razionamenti dell’acqua per salvare i consumi di quella potabile e i raccolti dell’agricoltura. Ma c’è chi come Fulco Pratesi, 87 anni, ambientalista rigoroso, presidente onorario del WWF già conduce da anni una vita all’insegna del risparmio dell’acqua.
E in questi tempi di crisi racconta al Corriere della Sera il suoi stratagemmi per non sprecare nemmeno un goccia. Anche se il suo stile di vita potrebbe far storcere il naso a molte persone, Pratesi sottolinea che ha ancora tutti i capelli, nessun problema di pelle, non porta gli occhiali e deve solo usare un piccolo apparecchio per l’udito. A conferma del fatto che il suo stile di vita non ne ha pregiudicato la salute e, soprattutto, la vita sociale.
Racconta che l’ultima volta che ha fatto una doccia risale a “quando ero giovane e giocavo ancora a rugby”. Si lava tutti i giorni ma con un metodo salva acqua: “La faccia e le ascelle e i punti critici mattina e sera, con una spugna e i barattoli, in modo da non sprecare l’acqua quando scende dal rubinetto. Mani e piedi, rapidissimamente”. Con la moglie non condivide più la camera da letto perché “alla nostra età è meglio. Prevalgono i piccoli egoismi, abbiamo esigenze diverse. Lei si alza prestissimo, io dormo di più”.
Per quanto riguarda barba e denti, Pratesi spiega: Quando lavo i denti chiudo subito il rubinetto e uso sempre lo stesso bicchiere: l’acqua la uso per risciacquarmi la bocca, prima di buttarla via. La barba non la faccio con il rasoio elettrico, perché anche l’energia è importante. Pure lì, faccio cadere l’acqua in un recipiente e poi quando ho fatto la uso per ripassarla sul viso. Non uso mai il phon”.
Poi c’è il problema dello sciacquone: “Solo per una pipì non si usa, nemmeno con il bottone più piccolo. Dopo due o tre volte va bene. Ma anche quando premo il bottone piccolo penso a quanto servirebbe quell’acqua ai bambini del Burkina Faso o alle donne del Centr’Africa che la vanno a prendere nei pozzi e la riportano indietro sulla testa”. Pratesi racconta anche come si comporta con la biancheria intima: “Le mutande me le cambio in maniera molto ecologica, ogni due-tre giorni, ma a volte di più. Comunque controllo: si capisce quando è arrivato il momento. E poi d’estate dormo senza pigiama, così non devo lavarlo”. Poi usa solo t-Shirt perché i bottoni con l’artrite reumatoide per lui sono un po’ complicati da gestire e si cambia “solo quando serve”. Lavare raramente i panni risolve anche un altro spreco: la corrente per stirare.
Ma sua moglie non protesta? “No. Ha presente quelli che dicono: “Ah, se non faccio la doccia tutti i giorni mi sento sporco”? Ecco, io no. E la mia vita sociale non ne ha mai risentito. Piuttosto, avendo viaggiato tanto in nave e in barca, so quanto sia preziosa l’acqua e come sia possibile non sprecarla”. Poi le piante sul terrazzo, rigorosamente solo esposte ea Nord così da non ricevere il sole direttamente e doverle bagnare il meno possibile. Infine mai bere acqua comprata, solo rigorosamente quella del rubinetto: “Io bevevo anche quella del Tevere, quando uscivo in canoa con gli amici! E non mi è mai successo nulla, anzi, mi ha creato gli anticorpi, come diceva il mio professore. Mia moglie mi sfotte ancora perché in Madagascar i frutti che compravamo al mercato li lavavo nel ruscello che correva lungo la strada. A Roma abbiamo l’acqua di sorgente, non c’è motivo di acquistare le bottiglie al supermercato, che inquinano e basta. Anche al ristorante chiedo sempre l’acqua del rubinetto”.
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