E’ importante “che tutti segnalino i disagi. Non è questione di essere delatori ma di dare segnali” perché “così il lavoro è facilitato” per le istituzioni. E’ il messaggio di Giuseppe Sala, sindaco di Milano che oggi ha partecipato ai funerali della piccola Diana, la bimba di appena 18 mesi morta di stenti dopo essere stata lasciata da sola in casa per sei giorni dalla madre Alessia Piffari, 37 anni, allontanatasi per raggiungere il compagno. Una bambina morta nell’indifferenza non solo della madre ma anche dei familiari e di quei residenti che, nonostante le condizioni precarie in cui viveva ‘grazia’ alla madre, non hanno mai segnalato la vicenda.

Nel giorno dei funerali nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo di San Giuliano Milanese, tra palloncini bianchi e striscioni con la foto della povera bimba, arriva l’invito a cittadini e familiari in questo caso della vittima di non girarsi dall’altra parte, di segnalare, di denunciare per far sì che su episodi del genere si intervenga in tempo. “Assolutamente” anche le istituzioni sono responsabili ha aggiunto Sala ma “non è facile individuare i segni prima: le comunità sono fatte di grandi città ma anche di singoli quartieri. In questo periodo storico veramente tremendo ci deve essere responsabilità all’interno delle famiglie, nella comunità istituzioni e nella chiesa”.

Per il sindaco “deve prevalere l’umanità altrimenti sarà veramente difficile ricomporre tutte queste ferite che si stanno evidenziando nella nostra società“. La morte di Diana è “una tragedia che lascia allibiti. La cerimonia è stata molto emozionante e i pensieri vanno alla povera bambina. Anche da credente, quale sono, non è facile credere nella vita eterna. Ma sarebbe importante sapere che c’è un futuro anche per lei, e giustizia”. Il sindaco ha spiegato che intende contribuire ai funerali: “Tra me e il sindaco di San Giuliano ce ne faremo carico senza problemi”.

Anche per l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, che ha celebrato i funerali, “non comprendiamo come sia potuto succedere l’abbandono di una bambina fino all’esito tragico della morte di stenti. Condividiamo lo sconcerto e l’orrore. Abitare in città dovrebbe significare far parte di una comunità – è il monito dell’arcivescovo – e ogni solitudine dovrebbe trovare rimedio nell’attenzione reciproca e nell’operosa solidarietà. Riconosciamo la nostra impotenza”.

Nei giorni scorsi sono emerse anche le prime indiscrezioni sull’autopsia svolta sulla salma della piccola Diana. Al momento non c’è “nessuna evidente causa della morte” della bambina, così come “segni di violenza o percosse“. L’ipotesi più probabile da quanto emerso dall’autopsia eseguita all’istituto di Medicina Legale di Milano dal professor Andrea Gentilomo è che Diana Pifferi sia morta di stenti.

Redazione

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