Saranno due notti memorabili per Gigi D’Alessio. Il cantante napoletano festeggerà a Piazza del Plebiscito i suoi 30 anni di carriera domani venerdì 17 giugno e sabato 18 giugno. Spettacoli, dal titolo “Uno come te – Trent’anni insieme”, che saranno ripresi in diretta da Rai1 e da Rai Radio2 e che dovrebbero diventare un documentario. “Napoli mi ha dato molto di più di quello che io ho dato ad essa. Sono fortunato, perché ho fatto della mia passione un lavoro ed aver raggiunto il sold out per la serata di venerdì a soli tre giorni dall’annuncio, mi commuove perché vuol dire che ho seminato bene e che dopo 30 anni la gente mi ama ancora”, ha dichiarato il cantante a Il Corriere del Mezzogiorno.

“Dopo aver girato il mondo, venduto più di 22 milioni di dischi, diretto negli Abbey Road Studios la London Symphony Orchestra e dopo essermi esibito su palchi prestigiosi come quello dell’Olympia di Parigi o del Radio City Music Hall di New York, mi rendo conto che il San Carlo è il teatro più importante del mondo. Da bambino, quando cercavo ingaggi per i matrimoni nella Galleria Umberto I, lo osservavo sognando ad occhi aperti un giorno di potermici esibire con il mio piano. Ad un certo punto dello show, lascerò la conduzione ad Amadeus e mi dirigerò verso il San Carlo dove, accompagnato da un’orchestra di 32 elementi di sole donne, eseguirò Non dirgli mai”.

Durante lo spettacolo ci saranno omaggi a Mario Merola, Totò, Renato Carosone, Diego Armando Maradona, Pino Daniele e Lucio Dalla. Il concerto sarà tra la piazza e il San Carlo. Circa 3.900 persone al lavoro, 1.400 i posti letto prenotati, appassionati in arrivo un po’ da ovunque. Gli ospiti: Fiorello, Mara Venier, Amadeus, Eros Ramazzotti, Fiorella Mannoia, Alessandra Amoroso, Achille Lauro, Vanessa Incontrada, Andrea Delogu, Alessandro Siani, Vincenzo Salemme, Clementino, Stefano De Martino, Maurizio Casagrande. Per una serata che potrebbe rivelare anche altre sorprese

Napoli è mammà, ma se nasci qui affermarsi è difficile. Quando ci hanno chiamato ‘neomelodici’ ci hanno ghettizzato, trasformandoci in una razza a parte. A Roma se gli artisti cantano le canzoni popolari romane non li chiamano neomelodici. Ho faticato per scrollarmi di dosso il peso dei pregiudizi: quando le radio importanti non passavano le mie canzoni o i giornali nazionali e quelli che contano non parlavano di me. Sono stato io nel tempo a costringerli ad interessarsi a me. Napoli mi ha sempre difeso”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.