L'intervento
Giorgetti in commissione: “Il Patto di Stabilità? Un compromesso. Mai detto che avremmo ratificato il Mes”

“Sono contento di partecipare a una seduta molto partecipata dei lavori della commissione Bilancio della Camera. Sono poi aperto a rispondere a ogni altro tipo di informazione, anche in riferimento al Mes e alla governance europea, argomenti di grande interesse”. Sono le parole del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, intervenuto in Commissione bilancio alla Camera. Appena entrato Giorgetti ha anche ironizzato, ammettendo di aver fatto saltare le vacanze a qualcuno. Ma ha aggiunto: “Giustamente il ministro deve dare conto al Parlamento che è organo sovrano”.
Il ministro ha parlato e risposto a diverse domande con al centro i temi caldi delle scorse settimane, dal Patto di Stabilità fino al Mes. Riguardo il ponte sullo Stretto di Messina, Giorgetti ha ricordato come fosse “nel disegno originario” della manovra ed “è stata modificata la spalmatura”. “Non trovo per niente scandaloso che il fondo di sviluppo e coesione delle regioni direttamente interessate dia un contributo” ha detto il ministro sul contributo richiesto a Calabria e Sicilia.
Il nuovo Patto di Stabilità
In commissione Bilancio, durante il suo intervento, il ministro ha parlato in maniera diffusa dell’accordo sul patto di stabilità, parlando di “un compromesso”. “se un compromesso verso il basso o verso l’alto, io ho detto e ribadisco che le valutazione le faremo tra qualche tempo” ha specificato Giorgetti. “Il successo italiano è la possibilità dell’allungamento” fino a “7 anni per coloro che rispettano il Pnrr. Vuol dire che bisogna rispettare il Pnrr – ha sottolinea il ministro leghista – in tutto questa flessibilità è entrata ed è un grande successo del nostro Paese”.
Si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa, ribadendo come la discussione sul nuovo Patto di stabilità sia “viziata dall’allucinazione psichedelica degli ultimi quattro anni, dove abbiamo pensato che lo scostamento si poteva fare e il debito si poteva fare”. “Il problema non è l’austerità, è la disciplina per chi fa politica di prendere decisioni e attuarle anche se sono impopolari” ha detto Giorgetti, sottolineando che un veto avrebbe portato a “tornare a regole molto peggiori di quelle che il governo si troverà nei prossimi mesi”.
“Quello che posso dire è che le previsioni” del governo con i documenti programmatici “sono coerenti con quello che è previsto dal nuovo Patto di stabilità, non sono previste manovre aggiuntive” ha affermato.
Giorgetti sul Superbonus
Il ministro dell’Economia ha dedicato un passaggio anche al Superbonus, sul quale “è il Parlamento a decidere, ma io so quale è il limite oltre il quale non si può andare, questa è la realtà dei numeri”. Giorgetti ha usato un paragone, evidenziando che il superbonus “è come una centrale nucleare che ancora non riusciamo a gestire”. Anche il bonus al 70%, ha aggiunto, “vi assicuro che visto da fuori è tantissimo, dobbiamo uscire un po’ da questa allucinazione di questi anni in cui ci sembra tutto dovuto” anche perché “quando fai debito lo paghi” e sono “miliardi sottratti agli italiani alle famiglie italiane, di spesa per la previdenza”.
Il ministro dell’economia sul Mes
Poi l’affondo sul Meccanismo europeo di Stabilità: “Prima di tutto io non ho mai detto né in Parlamento, né in Europa, né in nessuna altra sede che l’Italia avrebbe ratificato il Mes. Ho letto cose assurde, assolutamente false e vi prego di prenderne atto” ha detto Giorgetti. Il ministro ha chiarito di aver detto solo che dopo quattro rinvii “una decisione il Parlamento per serietà avrebbe dovuta prenderla”. “Il Parlamento sovrano ha votato e ha votato come avevo anticipato in sede europea dove ho sempre detto” che gran parte del Parlamento era contraria e “l’esito sarebbe stato inevitabilmente questo”, ha aggiunto il leghista.
“Il Mes non è né la causa né la soluzione del nostro problema che si chiama debito. Avete capito?” ha detto il ministro. “Dobbiamo concentrarci sul fatto che il debito in particolare quando costa ed è oneroso deve essere tenuto sotto controllo altrimenti il Paese non ce la fa. O ce la fa mantenendo la rendita, come direbbe qualche vecchio marxista, e non premiando chi fa produzione, chi lavora e chi intraprende, che è la missione del governo”.
Un commento arrivato dopo la battuta del senatore Luigi Marattin di Italia Viva, che in commissione lo ha incalzato: “Il senatore Borghi ha dichiarato di aver deciso lui con Meloni il no al Mes. Le chiedo chi è il ministro dell’Economia, lei o il senatore Borghi?”.
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