Il caso
Mes: la telefonata a Di Maio dal M5s, Conte: “Non mi risulta, non cerchiamo sponde”. L’ex ministro: “Non voglio farmi trascinare in giochetti”
Telefonate tra i membri del Movimento Cinque Stelle e il loro ex leader Luigi Di Maio. Anzi no, nessuna telefonata. Anzi, forse sì. L’ultimo caso politico riguarda il presunto colloquio telefonico tra un dirigente pentastellato, fedelissimo di Giuseppe Conte, e l’attuale inviato dell’Unione europea per il Golfo, Di Maio. Uno scambio che, secondo Repubblica, è avvenuto pochi giorni fa nelle fasi concitate del voto sulla ratifica del Mes e dopo la scena in cui la premier Giorgia Meloni ha rinfacciato a Conte la firma del trattato del Meccanismo europeo di Stabilità. Per il quotidiano, la telefonata è partita dagli ambienti del M5s per capire cosa Di Maio pensasse del Mes, della polemica degli ultimi giorni e in caso per cercare di giocare di sponda.
La smentita di Conte
Prima è stato Giuseppe Conte a smentire il colloquio: “Onestamente non mi risulta nessuna telefonata” ha detto il leader del Movimento all’Ansa, che poi ha aggiunto: “Vorrei però chiarire che il Movimento non cerca nessuna sponda e non ha bisogno di nessuna prova testimoniale per la semplice ragione che gli atti compiuti, a partire dal confronto parlamentare, sono tutti corredati da puntuali prove documentali. E questi documenti inchiodano Meloni dimostrando che ha mentito al Paese”.
Le dichiarazioni di Luigi Di Maio
Luigi Di Maio, sempre contattato dall’Ansa, ha commentato la vicenda: “Se mi cercano ex colleghi del M5s? Non è una polemica che mi riguarda. Chi mi ha chiamato nei giorni delle dichiarazioni in aule del premier Meloni, è libero di dirlo se vuole”. L’ex ministro degli Esteri ed ex leader dei Cinque Stelle ha ribadito la sua posizione a favore del Mes. Ma poi ha chiarito: “Non ho nessuna intenzione di farmi trascinare in giochetti politici. Voglio precisare che ho saputo della richiesta di un giurì d’onore dalla stampa come ogni altro cittadino italiano”.
E proprio sul Giurì d’onore, invocato da Conte, si sofferma Di Maio: “Mi pare di capire che sia stato richiesto proprio sulle dichiarazioni che riguardano me e le istruzioni che diedi all’allora Rappresentante Permanente italiano a Bruxelles. Ho già difeso pubblicamente la mia posizione chiarendo che il Presidente del Consiglio aveva detto una cosa falsa circa la mia firma dei pieni poteri all’ambasciatore Massari. E una cosa vera circa il fatto che che il M5s e il governo Conte abbiamo votato la riforma del MES nel dicembre 2020″, ha spiegato Di Maio.
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