Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni interviene alla Camera per le comunicazioni parlamentari in vista del Consiglio Ue. E sul Patto di Stabilità dice che la partita non è chiusa, pur esprimendo soddisfazione per il contenuto dell’ultima bozza. “Se nonostante una trattativa difficilissima la partita è ancora aperta e l’accordo finale posticipato” a una nuova riunione Ecofin dopo il Consiglio Ue è “perché a Bruxelles tutti riconoscono che la posizione italiana è sostenuta da una politica di bilancio seria che anche oggi voglio rivendicare”.

L’attacco di Giorgia Meloni a Mario Draghi

“Mi ha molto colpito che si sia fatto riferimento al grande gesto da statista del mio predecessore Mario Draghi e la foto in treno verso Kiev con Macron e Scholz. Per alcuni la politica estera è stata farsi foto con Francia e Germania quando non si portava a casa niente. L’Europa non è a tre ma a 27, bisogna parlare con tutti: io parlo con la Germania, la Francia e pure con l’Ungheria, questo è fare bene il mio mestiere”. Così la premier nella sua replica alla Camera.

Meloni: “Impegno su Mes firmato da governo Conte dopo dimissioni”

L’impegno a ratificare le modifiche al trattato del Mes, che ora “ci mette in una condizione difficile”, è stato preso “dal governo Conte, senza mandato parlamentare, un giorno dopo essersi dimesso, quando era in carica solo per gli affari corrente, dando mandato a un ambasciatore, mandato firmato dall’allora ministro degli Esteri Di Maio, senza che ne avesse il potere, senza dirlo agli italiani, e con il favore delle tenebre. E allora forse è oggi che bisogna guardare in faccia gli italiani e spiegargli come sono andate le cose”.

Lo ha detto in aula alla Camera la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, citando una frase dell’allora premier Giuseppe Conte che appunto aveva espresso le sue riserve sul Mes assicurando che un’eventuale decisione non sarebbe stata presa “col favore delle tenebre”.

Meloni parte dalle accuse di Schlein

Meloni parte dalle accuse di Schlein, che chiama “il segretario” salvo poi scusarsi e passare a “segretaria” dopo le proteste dei deputati del Pd: “Ieri diceva che stiamo bloccando tutta l’Europa. A parte che il Mes può essere utilizzato, non secondo le modifiche del trattato: stiamo bloccando semmai il nuovo Mes, non il Mes che c’è. Ma la lettura della segretaria Schlein ha un fondo di verità. L’Italia si è impegnata sulla modifica del trattato, si è impegnata con altri 18 Paesi che partecipano al Mes, che hanno ratificato in Parlamento la modifica del trattato e noi questo passaggio ancora non lo abbiamo fatto. Ma quando l’Italia ha detto sì alla modifica di questo Trattato? Io ricordo che nel 2019 l’ultimo mandato parlamentare che sul Mes c’è stato prima di quesllo ricevuto da questo governo, impegnava l’allora governo Conte a non ratificare la modifica del trattato, a non dare l’assenso. E ricordo anche una memorabile conferenza stampa di Conte che a chi lo accusava di aver dato l’assenso rispondeva orgoglioso che questo governo lavora col favore delle tenebre e ribadiva che se ne sarebbe parlato in parlamento”.

Meloni, difesa di Israele sia in linea con diritto internazionale

“Chiunque ha onestà intellettuale deve riconoscere che gran parte della mia relazione dedicata al conflitto in Medio Oriente è stata concentrata sulle condizioni dei civili a Gaza, non con le intenzioni ma con i fatti che il governo sta portando avanti, lavorando a una tregua, trasferendo messaggi di ragionevolezza. Ci viene riconosciuto da tutti i Paesi arabi e islamici, mi spiace non venga riconosciuto solamente dal Parlamento italiano”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in sede di replica alla Camera nella discussione sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo. “Mi spiace ci sia stata polemica – ha aggiunto -, forse non si è colto il senso di quello che ho detto quando ho citato il diritto di Israele difendersi che deve essere in linea con il diritto internazionale e con la conservazione dei civili”.

Il sostegno a Kiev

Tra i temi affrontati dalla presidente del Consiglio alla Camera, la questione del sostegno a Kiev. “Penso l’Ucraina abbia già vinto questa guerra perché ha reso impossibile la conquista del suo territorio da parte della Russia, anche grazie al sostegno dei Paesi occidentali che non si sono arresi a despoti e tiranni o voltandosi dall’altra parte. Anche oggi dobbiamo opporci con tutte le forze all’aggressione della Russi – osserva Meloni – noi siamo e resteremo al fianco dell’Ucraina”.

Ma quali sono le soluzioni per sostenere Kiev? “Rivedere il bilancio pluriennale solo per reperire le risorse per l’Ucraina, senza pensare alle conseguenze della guerra, non aiuterebbe nemmeno l’Ucraina perché” peserebbe su “una opinione pubblica europea già provata dal conflitto”.

Redazione

Autore