Tutti in carcere anche se non ci sono posti disponibili. Ma vuoi mettere il clamore mediatico di un blitz che coinvolge 254 persone indagate di cui 139 da spedire in carcere, 51 ai domiciliari e 11 da sottoporre all’obbligo di dimora? Per di più il primo settembre, dopo l’estate e con l’attenzione dell’opinione pubblica che è tornata alla vita di tutti i giorni. Dopo il maxi blitz contro le presunte ndrine di Cosenza, che ha coinvolto anche il sindaco di Rende e due assessori, arriva la denuncia del garante dei detenuti perché, dopo la retata richiesta dalla Dda di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri (tra l’altro in corsa per la procura di Napoli) e avallata dal gip, non ci sono celle disponibili in carcere.

E’ caos infatti nella casa circondariale di Vibo Valentia. Secondo l’allarme lanciato dal garante campano Samuele Ciambriello (che interviene sulla situazione dell’istituto penitenziario calabrese essendo la regione ancora priva del Garante), “nella giornata di ieri è stato allertato da diversi familiari di detenuti campani, attualmente ristretti nella Casa circondariale di Vibo Valentia, per sovraffollamento della struttura penitenziaria. I loro parenti ristretti hanno lamentato di trovarsi, da ieri mattina, in celle con dieci e dodici compagni, a seguito dell’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, scattata alle luci dell’alba di ieri nella provincia di Cosenza”.

Detenuti ammassati come sardine e poco importa se la situazione nelle carceri è ulteriormente degenerata con il periodo estivo, dove è stato registrato un picco di suicidi (una sessantina dall’inizio del 2022) e dove l’aria è letteralmente irrespirabile in celle tanto piccole quanto sempre più affollate di esseri umani.

“Sono preoccupato – dice Ciambriello – per quello che sta succedendo nel carcere di Vibo Valentia. Comprendo, in parte, i motivi e le pulsioni che spingono un giudice a firmare un’ordinanza di misura cautelare in carcere per 200 persone, ma mi chiedo come sia possibile che, prima di eseguire questi blitz, non si verifichino le disponibilità negli istituti penitenziari. E’ impensabile – aggiunge – che vengano prelevati di notte dalle loro case e poi ‘scaricati’ in carceri non adeguati ad accoglierli”.

“Mi sto occupando di questa vicenda – prosegue – perché in Calabria sono tanti i detenuti di origine campana e anche perché è l’unica regione d’Italia che ancora non ha eletto il Garante dei detenuti. C’è un punto all’ordine del giorno del Consiglio regionale che viene puntualmente rinviato. Sono detenuti doppiamente dimenticati. Per quanto tempo ancora dovranno vivere questa ‘doppia reclusione’? Mi auguro – conclude – che, non solo al più presto vengano adottate misure che ristabiliscano serenità nel carcere di Vibo Valentia, ma soprattutto che la Regione si decida a garantire ai ‘diversamente liberi’ un organo di garanzia, che si occupi delle loro problematiche quotidiane”.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.