“Noli me tangere”. Non mi toccare. In questo periodo pasquale si può ricorrere alle parole con cui Gesù, risorto dopo tre giorni, ferma la mano di Maria Maddalena che ne lambiva le vesti, appena fuori dal sepolcro. Intoccabili, intangibili oggi sono i magistrati che con Anm si trincerano dietro la sacra inviolabilità della toga: il loro niet ai test psicoattitudinali è insindacabile, assoluto. A farsene portavoce, al di là dei fermi comunicati dell’Anm, è un magistrato su tutti: Nicola Gratteri. Il Procuratore capo di Napoli mercoledì, dopo una lunga serie di dichiarazioni e interviste, ne ha concessa una particolarmente forte al Tg1.

«Sono contrario ai test se limitati ai magistrati. Oppure facciamolo per tutta la Pubblica Amministrazione, per chi fa politica. E facciamo anche gli alcoltest e i narcotest». La provocazione non sfugge. Da capire cosa c’entra il test antidroga, e poi per chi, in quale sede? Le parole del Procuratore non sembrano dal sen fuggite, sottintendono qualcosa. Gratteri è andato oltre: «Una persona sotto l’effetto di stupefacenti può fare dei ragionamenti sbagliati». Accenna alle decisioni politiche, in questi giorni in cui vengono messi in votazione i test per i magistrati? Poi Gratteri affonda il colpo: «Una persona può essere ricattato se viene fotografato, se è stato fotografato vicino a della cocaina». Qui non c’è iperbole che tenga, Gratteri sembra descrivere una foto precisa, tanto che la foto cui accenna riguarda non il generico consumo di droga ma un frame più dettagliato, una «foto vicino alla cocaina». Ha in mente una fotografia ben precisa? Si accorge dell’enormità dell’accenno l’inviata Tg1, Roberta Ferrari. «Questa è una affermazione forte».

«Sono allenato», le risponde Gratteri. Ma a chi si rivolge? «Mi rivolgo a chi ha fatto questa legge, è ovvio». Dunque alla maggioranza. Segue un ulteriore precisazione: «Perché non fare i test per chi amministra una Regione o per chi fa il ministro?». Suona come un messaggio in codice. Gratteri, viene spontaneo domandarsi, ha un elemento preciso in mano o sta accennando a qualcosa che gli è stato riferito? C’è un esponente della maggioranza che sarebbe ricattabile per vicende di cocaina? A chi ha guardato il servizio del Tg1 sorgono più dubbi che risposte. Il messaggio in bottiglia di Gratteri sembra avere un destinatario specifico, forse più d’uno. Anche ieri mattina il Procuratore era un fiume in piena. Lo chiama Radio24: “Dobbiamo cercare di essere più seri, più efficienti ed efficaci, perché purtroppo ormai da decenni c’è un declino in Italia. Stiamo diventando sempre più l’Africa del Nord, la verità è che stiamo diventando molto marginali anche sul piano europeo”, dice.

Se la prende con via Arenula, con Palazzo Chigi? Se Gratteri ha dato il via a un susseguirsi di voci e di frecciate sulle chat dei parlamentari, la risposta della politica è rimasta prudentemente sottotraccia. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, non si è tirato indietro: “Il test psico attitudinale l’ho già a fatto a suo tempo e per quanto riguarda gli altri sono perfettamente disponibile”. A breve distanza lo ha emulato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che per rispondere a tono finge di stare al gioco: “Test per i politici? Concordo, assolutamente”. A prendere sul serio Gratteri ci pensa Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra: “Noi avevamo proposto già da tempo quello che oggi suggerisce Gratteri, che fossero sottoposti a tali test coloro che hanno ruoli decisionali critici nel nostro Paese, come membri del governo e parlamentari. Noi siamo pronti”. Per la maggioranza risponde, in modo più articolato, il presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi: “Ricordo al procuratore di Napoli Gratteri che i test psicoattitudinali non sono fatti contro la magistratura, ma sono anzi a favore del futuro magistrato, che come altri dipendenti pubblici, come ad esempio quelli delle Forze Armate e della Polizia, deve dimostrare la propria idoneità a esercitare una funzione così importante e delicata. Il vero test per un politico è il voto dei cittadini, che lo eleggono’’.

Che Gratteri sia fuori da ogni mandato rappresentativo lo dice lui stesso, in una intervista radiofonica: “Io rispondo per me, non faccio parte di nessuna corrente, mi sono costruito una vita libera e posso permettermi il lusso di dire quello che penso nei confronti di chiunque. Non rispondo per gli altri”. A rispondere invece viene chiamato il direttore di RaiNews24, Paolo Petrecca, che avrebbe deciso mercoledì di non mandare in onda le parole del Procuratore di Napoli. Il Pd e i 5 Stelle ne hanno chiesto le dimissioni. “Non si capisce come mai Paolo Petrecca stia ancora alla direzione di Rainews. O meglio capiamo che è lì perché è il più meloniano dei meloniani in Rai, che sono davvero molti, forse troppi, però non possiamo accettare che Petrecca utilizzi Rainews 24 come se fosse di proprietà della Meloni. “Far sparire il commento del procuratore Gratteri sui test psicoattitudinali ai magistrati del duo Nordio-Meloni è francamente clamoroso”, aggiunge Dario Carotenuto, capogruppo 5 Stelle in commissione di Vigilanza Rai. “L’ennesimo episodio che avvicina la rete all news della RAI più a un organo di propaganda che a un vero strumento di informazione”. Le valutazioni su una eventuale mobilitazione dell’Associazione nazionale magistrati su questo tema saranno al centro del prossimo Comitato direttivo centrale dell’Anm, in programma sabato 6 e domenica 7 aprile.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.