Un decreto che tocca “tutto il mondo del lavoro, privato, dipendente e autonomo un insieme di 23 milioni di lavoratori, tutto il capitale umano del paese, che in gran parte è già dotato”. Così il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha salutato in conferenza stampa l’approvazione del decreto legge che rende obbligatorio dal 15 ottobre prossimo il green pass per i lavoratori del settore pubblico e privato, inclusi gli autonomi e i collaboratori familiari come colf o badanti.

Una scelta fortemente voluta in particolare da Mario Draghi, anche a costo di aprire per settimane un fronte di scontro con sindacati e Lega, che alla fine ha ottenuto alcune ‘richieste’ in cambio del voto unanime in Consiglio dei ministri. 

I TAMPONI – Sui tamponi il governo già ieri si era impegnato, nell’incontro con i sindacati, a incoraggiare a calmierare i prezzi le farmacie che non lo hanno già fatto. Nel testo approvato nel Cdm l’esecutivo ha stabilito che i tamponi saranno gratuiti “ai soggetti esenti dalla vaccinazione sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del Ministero della salute”.

Per gli Under 18 il costo sarà di 8 euro, di 15 euro invece per tutti gli altri fino al 31 dicembre. 

Accolta la richiesta degli enti locali sulla validità dei test. I test molecolari avranno validità di 72 ore, mentre quello antigienico rapido di 48 ore. “È giusto che ci sia un prezzo calmierato per i tamponi, per andare incontro alle famiglie e agli italiani e l’accoglimento della richiesta delle 72 ore (di validità del tampone molecolare ndr) è stato messo in campo anche per accompagnare questo percorso”, ha spiegato la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini.

MULTE, SOSPENSIONI E CONTROLLI – Quanto alle sanzioni, l’accesso del personale nei luoghi lavoro, pubblici e privati, senza green pass, è punito con una sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 600 a euro 1.500. 

Multe non solo per i dipendenti che vengono beccati sul posto di lavoro sprovvisti di green pass, ma anche per i datori di lavoro che non controllano. Il decreto legge prevede infatti siano a loro a controllare, con multe, per chi non lo fa, che vanno da 400 a mille euro.

Non è previsto invece il licenziamento, come richiesto dai sindacati nel vertice di ieri con Draghi a Palazzo Chigi.  Ma per i dipendenti privati la sospensione scatta subito, mentre per quelli del comparto pubblico dopo cinque giorni. Nel decreto si legge infatti che se i lavoratori privati “comunicano di non essere in possesso della certificazione verde o qualora risultino privi al momento dell’accesso al luogo di lavoro, sono sospesi dalla prestazione lavorativa, al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, e, in ogni caso, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Per il periodo di sospensione non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento”.

CERTIFICATO SENZA ATTESA – Nel decreto cambia anche la tempistica per ottenere il green pass. Chi ha avuto il Covid ed effettuato la prima dose non dovrà più aspettare 15 giorni dalla somministrazione per avere il certificato, ma lo potrà ottenere da subito. La certificazione non potrà più essere richiesta “dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione” ma “dalla medesima somministrazione”.

GREEN PASS PER LE CARICHE ELETTIVE – L’estensione del certificato verde dovrà valere anche per le cariche elettive: parlamentari, consiglieri comunali o regionali dovranno esibirlo per entrare nei ‘palazzi del potere’. 

Quanto agli organi costituzionali,  comunali o a Palazzo Chigi. Gli organi costituzionali però – Camera, non possono però essere obbligati per decreto per il principio di autodichia. Dal Governo è quindi arrivato un invito ad adeguarsi, che eMontecitorio, Palazzo Madama e Consulta dovrebbero fare già nei prossimi giorni in autonomia.

MAGISTRATI IN TRIBUNALE COL PASS, AVVOCATI ESCLUSI –  L’obbligo di esibire il green pass varrà dal 15 ottobre anche per i magistrati, compresi quelli onorari, gli avvocati e i procuratori dello Stato e i componenti delle commissioni tributarie che devono accedere agli uffici giudiziari.

Disposizioni che invece non valgono invece per “avvocati e altri difensori, consulenti, periti e altri ausiliari del magistrato estranei alle amministrazioni della giustizia, testimoni e parti del processo”. L’accesso senza il pass, dice ancora il decreto rappresenta un “illecito disciplinare” e come tale sarà sanzionato.

Redazione

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