Dal prossimo 15 ottobre l’Italia sarà il primo e per ora unico paese in Europa in cui non si potrà accedere al proprio posto di lavoro, che sia una fabbrica o un ufficio pubblico, senza green pass. Anche la riunione della Cabina di regia tenuta questa mattina a Palazzo Chigi ha confermato l’indirizzo dell’esecutivo ed in particolare del presidente del Consiglio Mario Draghi, che su questo tema non ha voluto sentire ragioni di fronte in particolare alle proteste della Lega di Matteo Salvini.

Dunque il certificato verde a partire da metà ottobre per dipendenti pubblici e privati. È stato questo l’indirizzo arrivato dalla riunione iniziata poco dopo le 10 e che ha visto partecipare Draghi, il ministro della Salute Roberto Speranza, il ministro della Cultura Dario Franceschini, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, il ministro per lo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, la ministra degli Affari Regionali Maria Stella Gelmini e la responsabile delle Pari Opportunità Elena Bonetti.

TAMPONI, LICENZIAMENTI E IL CASO SALVINI – Nel decreto che verrà approvato nel Consiglio dei ministri fissato alle ore 16 verrà previsto che i lavoratori sprovvisti di certificato verde non verranno licenziati. Per i ‘trasgressori’ scatteranno multe salate, dai 600 ai 1500 euro, con la possibile denuncia in caso di contraffazione del documento.

Sarà seguita dunque la linea già prevista per docenti e personale scolastico con la sospensione senza stipendio dopo 5 giorni di assenza ingiustificata, sospensione che però non è qualificabile come sanzione disciplinare.

Sui tamponi il governo già ieri si era impegnato, nell’incontro con i sindacati, a incoraggiare a calmierare i prezzi le farmacie che non lo hanno già fatto. Secondo quanto filtrato dalla Cabina di regia i tamponi saranno gratuiti per chi non può fare il vaccino, calmierati a 8 euro sotto i 18 anni, a 15 euro per gli altri fino al 31 dicembre

Cgil, Cisl e Uil, così come la Lega di Salvini, spingevano invece per tamponi gratuiti. Una mossa impossibile da seguire per Draghi perchè “si ridurrebbe la propensione degli italiani al vaccino”, aveva chiarito ieri il premier.

“Abbiamo chiesto di valutare la possibilità di renderli gratuiti almeno in via temporanea, fino alla fine dell’emergenza cioè fine anno”, aveva spiegato mercoledì il segretario della Cgil Maurizio Landini. Concetto ribadito dal numero uno Uil Pierpaolo Bombardieri, secondo cui “non si può scaricare sui lavoratori il costo della sicurezza sul lavoro, perché di questo parliamo”. Sindacati che, pur non avendo ottenuto l’ok alla proposta di tamponi gratis per tutti, hanno invece visto accettare la loro richiesta sui licenziamenti.

Ben più cocente la sconfitta per Matteo Salvini, rimasto solo anche nella Lega nel ‘no’ al green pass esteso. Come spiega in un retroscena il Corriere della Sera, a ‘mollare’ Salvini sono stati non solo i governatori leghisti del Nord ma soprattutto il ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti, che nel tavolo con i sindacati di ieri è stato “perfettamente in linea con Draghi e gli altri ministri presenti”. Giorgetti che addirittura al termine del vertice di Palazzo Chigi aveva ricevuto anche le lodi pubbliche di Enrico Letta, il segretario del PD che si era complimentato col numero uno del Mise per “il modo corretto di stare dentro il governo in una fase complessa per il Paese”.

OBBLIGO ANCHE IN PARLAMENTO – L’estensione dell’obbligo del Green pass riguarderà agli organi costituzionali, quindi il Quirinale, la Corte Costituzionale ma anche le cariche elettive di Camera e Senato. La circostanza è stata sottolineata da fonti di governo al termine della Cabina di regia.

Per il principio di autodichia però non è possibile inserire l’obbligo nel decreto che verrà approvato nel Cdm odierno, anche se i ministri presenti nel vertice di questa mattina hanno chiarito che i due rami del Parlamento si pronunceranno entro il 15 ottobre sul tema.

CERTIFICATO SENZA ATTESA, COME FUNZIONANO I CONTROLLI – Nel decreto all’esame de Cdm cambierà anche la tempistica per ottenere il green pass. Chi ha avuto il Covid ed effettuato la prima dose non dovrà più aspettare 15 giorni dalla somministrazione per avere il certificato, ma lo potrà ottenere da subito. La certificazione non potrà più essere richiesta “dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione” ma “dalla medesima somministrazione”.

Quanto ai controlli, i datori di lavoro sono tenuti “a verificare il rispetto delle prescrizioni” sull’obbligo del green pass. Nella bozza della misura si legge infatti che i datori di lavoro “definiscono, entro il 15 ottobre 2021, le modalità operative per l’organizzazione delle verifiche, anche a campione, prevedendo prioritariamente, ove possibile, che tali controlli siano effettuati al momento dell’accesso ai luoghi di lavoro e individuano con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle violazioni degli obblighi”.

Redazione

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