La voce rimbalzata in serata diventa realtà. Con un colpo di scena Beppe Grillo chiede un time out per il voto sul governo Draghi sulla piattaforma Rousseau. Il fondatore e garante del Movimento 5 Stelle entra così a gamba tesa sul dibattito tesissimo all’interno dei pentastellati, dove la fronda dei “duri e puri” capitanata da Alessandro Di Battista chiede a gran voce di non votare la fiducia all’ex capo della Bce. 

In un video di circa sei minuti Grillo, col consueto tono ironico, spiega ai suoi che Draghi “mi ha dato ragione su tutto, ma domani votare su queste robe” su Rousseau “no, aspettiamo un attimo. Aspettiamo lui che abbia le idee chiare, perché lui dirà cosa vuol fare, perché non ha ancora le idee chiare”.

Grillo chiede di “aspettare un attimo, per fare delle domande cui voi dovete dare delle risposte. Sarete voi a decidere cosa dovremo fare: andare, non andare, mandare affanc.. questo o quell’altro. Vediamo un attimo. Vi chiedo un attimo di pazienza”.

Quanto al presidente incaricato Draghi, Grillo rivela come è stato il loro incontro a Palazzo Montecitorio: “Io mi aspettavo il banchiere di Dio, invece è un grillino, mi ha detto ‘io vorrei iscrivermi’”.

Il co-fondatore oggi era tornato a Roma per guidare la delegazione dei Cinquestelle nel secondo giro di consultazioni con il presidente incaricato. Incontro che è durato circa un’ora e venti minuti, ben oltre dunque la mezz’ora prevista dal calendario.

LA POSIZIONE DI DIBBA – Oggi pomeriggio il leader dei “duri e puri” del Movimento, Alessandro Di Battista, aveva spiegato la sua posizione su Draghi e il voto su Rousseau durante una intervista rilasciata al giornalista del Fatto Quotidiano Andrea Scanzi. “Posto che la mia decisione è votare no (su Rousseau, ndr), non sono in Parlamento. Per cui se ci sono tanti parlamentari in dubbio l’opzione della possibile astensione possa essere ragionevole”, ha detto l’ex deputato grillino.

Rispetto Draghi ma ne contrasto le idee. Contrasto l’accozzaglia parlamentare che va da Italia Viva alla Lega passando per il Partito Democratico. Cosa succede quando arriva la prescrizione in aula?” domanda Di Battista che avanza dubbi sulle “differenze tra governo tecnico e politico. Il governo Monti era tecnico ma ha preso scelte politiche”.

“A me – aggiunge – darebbe molto fastidio vedere dei ministri e dei sottosegretari del Movimento 5 Stelle seduti accanto a ministri e sottosegretari di Forza Italia. Stare al governo con Tajani e Gelmini puo’ essere controproducente. Meglio astenersi”. Quando però Scanzi gli chiede ‘Cosa farai se il Movimento va al Governo’ la risposta è evasiva: “Non lo so, ci ragionerò”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia