La tregua in corso tra Israele e Hamas si avvia verso la sua conclusione, con negoziati in corso per estenderla.

Hamas ha manifestato l’intenzione di prolungare il periodo di stop al di là dei quattro giorni previsti, con l’obiettivo di aumentare il numero dei prigionieri rilasciati, come stabilito dall’accordo che negoziato dal Qatar con il sostegno di Stati Uniti ed Egitto, è entrato in vigore venerdì e prevede anche l’accesso agli aiuti umanitari a Gaza, il rilascio di 50 ostaggi su oltre 200 detenuti e la liberazione di 150 prigionieri palestinesi provenienti dalle carceri israeliane. I negoziati mediati dal Qatar – come riporta la CNN – hanno finora portato al rilascio di 58 ostaggi a partire dal 24 novembre, di cui 40 israeliani (alcuni con doppia cittadinanza), 17 thailandesi e un cittadino filippino, con una clausola dell’intesa che permette il rilascio di una dozzina di ostaggi al giorno in cambio di trenta detenuti palestinesi.

Le opinioni di Biden e Netanyahu

Il presidente americano Joe Biden, sostenitore dell’estensione della tregua, ha sottolineato l’importanza di garantire ulteriori rilasci di ostaggi e maggiori aiuti umanitari mentre primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è mostrato ambiguo sull’argomento, elogiando il possibile rilascio di prigionieri ma ribadendo l’obiettivo di eliminare Hamas dopo l’accordo. Fissando il budget “di guerra” a 30 miliardi di shekel.

Le difficoltà umanitarie

Nonostante la tregua abbia portato sollievo agli abitanti di Gaza, così come riportato dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa),la situazione umanitaria rimane critica, con bisogni senza precedenti. L’Unrwa ha indicato che, nonostante l’ingresso di 248 camion umanitari da venerdì, sarebbero necessari 200 camion al giorno per almeno due mesi per far fronte ai bisogni emergenti.

Redazione

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