L’incubo è che da domani inizi il ‘grande caos’, con un Paese paralizzato da sciopero e dai blocchi del trasporto su ruota e via mare, che può portare in breve periodo alla paralisi di una lunga serie di settori. 

È lo scenario da incubo che il Governo Draghi deve tentare di evitare: domani, 15 ottobre, entra in vigore il Green pass obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro e al momento sembra evidente che sono diverse le categorie pronte a scioperare contro ogni ipotesi di certificato verde a lavoro. 

La prima fonte di preoccupazione riguarda i porti e l’autotrasporto, dove viaggia il 90% delle merci che circolano in Italia. A Trieste, primo scalo per movimentazione merci, le agitazioni vanno avanti già da giorni nonostante il tentativo di un accordo proposto dal Viminale di consentire tamponi gratuiti. Nel porto giuliano su 950 lavoratori il 40% non ha il certificato verde. 

La minaccia è chiara: “Stop ai regali di Natale – grida fuori dal varco 1 un manovratore, secondo quanto riporta oggi Repubblica – e addio ripresa. Il governo ci tratta da bestie e noi bruciamo il potere dei consumi. Con la paralisi italiana di porti e trasporti prima delle feste di fine anno, Europa e Asia finalmente chiederanno a Roma cosa sta combinando”.

All’esplosiva situazione nei porti, che da Trieste rischia di allargarsi a macchia d’olio anche su Genova, Napoli, Salerno, va sommata la protesta degli autotrasportatori. Una crisi già evidente dalle colonne di tir che Turchia, Balcani e Nord Europa si sono indirizzate nei terminal navali giuliani prima che i portuali interrompano ogni attività.

Come spiega Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto-Confcommercio, “se gli autotrasportatori esteri potranno venire in Italia senza il pass e questo verrà invece imposto alle imprese italiane, stiamo valutando di invitare le imprese a fermare i camion. Dal ministero non abbiamo risposte e se questo atteggiamento proseguirà può succedere di tutto

Il nodo logistica è dunque quello che preoccupa maggiormente. Il rischio, se dovessero fermarsi 130mila persone occupate nel settore trasporti, è che vi sia la “paralisi del sistema logistico nazionale”, come spiega Ivano Russo di Confetra. 

Anche la Fiap, Federazione italiana autotrasportatori professionisti, rimarca che “gli effetti negativi per le imprese di trasporto e logistica ricadranno soprattutto sulla collettività”. Insomma, lo scenario è quello di avere nel volgere di pochi giorni scaffali dei supermercati vuoti, crisi dei carburanti e conseguente blocco delle industrie.

Per ora, nonostante uno scenario da incubo, dalla presidenza del Consiglio arrivano segnali di tranquillità: non ci aspetta il caos, non si temono paralisi della logistica e supermercati vuoti. Secondo quanto riporta l’Ansa ai vertici dell’esecutivo si ritiene di aver messo in campo tutti gli strumenti alle aziende per gestire i controlli e ai lavoratori di essere preparati, anche calmierando il prezzo dei tamponi. Pur guardando quindi con ‘ottimismo’ alla situazione, è chiaro che da Palazzo Chigi si guarda con grande attenzione alle proteste per prevenire possibili situazioni di pericolo, non solo nelle piazze ma soprattutto tra chat e social, dove le manifestazioni vengono organizzate.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia