Uno ‘Stivale’ in larga parte giallo, ma spaccato in due tra Nord e Sud. È il quadro che emerge dal monitoraggio settimanale di ministero della Salute e Istituto superiore di sanità esaminato in Cabina di regia, con l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che in serata firmerà la nuova ordinanza in vigore da lunedì 3 maggio.

Le principali novità riguarderanno il passaggio in zona arancione della Sardegna, unica regione che questa settimana era in lockdown, e la Valle d’Aosta che fa il percorso opposto.

LA ZONA ROSSA – Come già sottolineato, l’unica regione in zona rossa dalla prossima settimana sarà la Valle d’Aosta, che attualmente è in arancione.

LA ZONA ARANCIONE – Percorso inverso per la Sardegna che ritorna in arancione. Nella fascia ‘intermedia’ resta la Puglia, oltre a Basilicata, Calabria e Sicilia.

LA ZONA GIALLA – In zona gialla di conseguenza resteranno Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto e alle province autonome di Bolzano e di Trento.

LA SITUAZIONE IN ITALIA – “La situazione epidemiologica in Italia è di una decrescita lenta della curva che si traduce anche in una decrescita dell’incidenza in quasi tutte le Regioni“. E’ il messaggio che arriva da Silvio Brusaferro, presidente dell’ISS, l’Istituto superiore di sanità, la conferenza stampa del monitoraggio della cabina di regia del venerdì. “I ricoveri nelle aree mediche sono scesi la saturazione è al 32% mentre la soglia minima è al 40%. Per le terapie intensive a livello nazionale tocchiamo la soglia del 30% quindi stiamo scendendo anche se otto regioni superano ancora la soglia”.

Un quadro complessivo che però “resta comunque a livello impegnativo. Siamo con un’incidenza tre volte superiore ai 50 casi ogni 100mila che è la soglia per il tracciamento automatico. Per questo occorre mantenere cautela e gradualità nelle riaperture“, ha aggiunto Brusaferro. “Abbiamo sempre detto che non è un ‘liberi tutti’. Servono attenzione nelle aggregazioni e gradualità”.

Quanto all’età mediana dei casi, si registra un nuovo calo: nell’ultima settimana è scesa a 42 anni rispetto ai 43 del rilevamento precedente. Anche per i ricoveri, ha sottolineato Brusaferro, si scende a 66 anni rispetto a 67″. La decrescita è maggiore nelle fasce di età più alte e questo “è un indicatore dell’efficacia dei vaccini” così come la curva dei casi fra gli operatori sanitari che è in “netto decremento”.

Nel corso della conferenza stampa invece il direttore della prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza ha spiegato invece che per quanto riguardai il vaccino di AstraZeneca “per ora non cambia nulla e non sono state prese decisioni diverse rispetto alle ultime settimane e rispetto al pronunciamento Ema. Dunque per AstraZeneca non cambia nulla perché non ci sono evidenze di eventi avversi con la seconda dose“. Un intervento arrivato a seguito alla possibile ipotesi di effettuare il ‘richiamo’ della seconda dose con un vaccino diverso da quello prodotto dalla casa farmaceutica anglo-svedese per chi lo abbia ricevuto come prima dose.

Redazione

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