«Dove finisce la logica inizia Napoli. Questa frase sintetizza perfettamente la mia idea. Gestire Napoli è quanto di più difficile possa accaderti nella vita. Credo, però, che in questi anni l’irrazionalità abbia preso il sopravvento e che quindi ora Napoli abbia bisogno di un “sindaco del fare”, slegato dai partiti, magari anche Catello Maresca. Da dove cominciare? Dalla riqualificazione di Bagnoli, un progetto che promuova la legalità, una strategia per il turismo e un rinnovato arredo urbano»: Maurizio Marinella, imprenditore di fama mondiale, disegna l’identikit e detta l’agenda del prossimo sindaco di Napoli.
Il mandato dell’attuale primo cittadino Luigi de Magistris sta per giungere al termine. Come trova la città dopo dieci anni di amministrazione arancione?
«Con de Magistris ho sempre avuto un rapporto altalenante, con fasi di sintonia alternate a contrasti piuttosto netti. Governare Napoli è difficilissimo, ma devo constatare che oggi la città è abbandonata a se stessa. Nel mio piccolo ho cercato di fare qualcosa. Avevo anche presentato un progetto per riqualificare Piazza Vittoria, ma non mi è stato dato l’ok. Spero che, con il cambio dell’amministrazione comunale, si possano portare avanti certe iniziative per il bene della città».
A proposito del nuovo sindaco, si fanno i nomi di Catello Maresca, Alessandra Clemente, Antonio Bassolino e Riccardo Monti come possibili candidati: qual è la sua opinione in merito?
«Sono amico di tutti i candidati e li stimo in egual modo, quindi sarei molto contento se uno di loro dovesse governare la città. Detto questo, Bassolino conosce molto bene Napoli, con lui abbiamo vissuto un’era splendida. L’ho visto entusiasta e contento di scendere di nuovo in campo. La Clemente è giovane, molto a modo, brava: sarebbe all’altezza del compito. Catello Maresca l’ho incontrato pochi giorni fa: credo sia molto motivato a fare bene e ho percepito il suo desiderio di dare un contributo alla città».
La candidatura del magistrato Catello Maresca, però, è avvolta da un alone di mistero: tutti parlano di lui, mentre il suo silenzio è assordante. Non ha ancora chiarito la sua posizione. Non crede che questo atteggiamento così vago non si addica al suo ruolo di magistrato, nonché di futuro politico?
«So che non si è ancora sbilanciato. Credo che stia valutando ancora alcune questioni, ma sono sicuro che nel giro di qualche giorno farà chiarezza e annuncerà ufficialmente la sua candidatura. Sarei felice di vederlo sindaco di Napoli».
Perché pensa che Maresca possa essere la persona giusta per Napoli?
«Perché è espressione della società civile. Credo che in questo momento tutti i napoletani si sentano delusi dai vari partiti. Diciamolo, siamo davvero sfiduciati. Troppe volte assistiamo a battaglie condotte semplicemente per assecondare la voglia irrefrenabile di scontrarsi con il partito avversario. Ora, però, bisogna pensare ad “aggiustare” la città, al di là degli interessi dei partiti e delle varie fazioni. Serve un sindaco del fare, Napoli ha bisogno di qualità. Nonostante tutto Napoli nel mondo è apprezzata e il brand “Napoli” all’estero è molto ricercato. Quando altrove dico di essere napoletano il mio interlocutore s’illumina. So per certo che essere napoletano è un vantaggio. La nostra città ha delle potenzialità enormi, ma va riorganizzata e valorizzata».
Il nuovo sindaco da dove deve partire per rilanciare la città?
«Innanzitutto da Bagnoli, riqualificarla dev’essere tra le priorità del nuovo primo cittadino. Poi bisogna approvare un progetto per promuovere la legalità e rivedere l’arredo urbano, senza dimenticare una strategia per rilanciare il turismo e il commercio».
Lei che progetto vede per Bagnoli?
«Ci sono state tante proposte, alcune delle quali mi hanno fatto sognare: dalla realizzazione di un casinò a un molo all’avanguardia per accogliere barche grandi da tutto il mondo. Io trasformerei Bagnoli in un grande polo turistico, con alberghi e magari un campo da golf: c’è lo spazio e c’è il paesaggio mozzafiato. Per il turismo sarebbe un volano importantissimo, al pari del lungomare Caracciolo».
Cosa bisogna fare, invece, per valorizzare il lungomare?
«Abbiamo un lungomare unico al mondo. Dev’essere organizzato sicuramente meglio e reso ancora più attrattivo. Penso al lungomare di Cannes o di Nizza, meno belli del nostro ma molto più organizzati, con locali che si trasformano anche in stabilimenti balneari. Ecco, in questo modo il lungomare potrebbe essere valorizzato».
Lei è di fatto un simbolo della città, oltre a essere molto attivo sul territorio: ha pensato di candidarsi a sindaco?
«In realtà me lo chiedono spesso. Me l’hanno proposto esponenti sia di destra che di sinistra. Per me sono una soddisfazione e una gioia enormi perché a Napoli mi lega un amore viscerale. Però non mi sento pronto per fare il sindaco. La politica è una faccenda complessa, ci vuole esperienza, capacità di scendere a compromessi, una preparazione specifica per quel ruolo. Io non mi sento in gradi di farlo. In tutti questi anni ho cercato di essere un “sindaco fuori dal comune” nel senso di una figura “non istituzionale” ma pur sempre pronta a impegnarsi per il bene della città. Certo è che sarò vicino al prossimo sindaco per rilanciare Napoli».
Se un giorno decidesse di correre per la poltrona a sindaco di Napoli, con quale partito si candiderebbe?
«Mi piacerebbe essere slegato dai partiti, formerei una lista civica mettendo al centro Napoli. Una lista composta da persone a me care che conosco bene, in questo modo mi sarei sentito tranquillo. Per adesso continuo ad amare la mia città e a fare quel che posso, nella mia posizione, per renderla migliore».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.