Noi robot
IA sulle montagne russe nel 2025 e la vera killer app potrebbe riuscire a imporsi sulla concorrenza
Gli sviluppi sull’Intelligenza Artificiale daranno risposte simili a quelle umane. Una “applicazione assassina” potrebbe riuscire a imporsi sulla concorrenza

Non è accaduto nulla di nuovo nel mondo dell’Intelligenza Artificiale, durante tutto il 2024, che possa minimamente eguagliare il fattore “wow” che accompagnò il lancio di ChatGPT il 30 novembre 2022. Eppure i rapidi miglioramenti della tecnologia di base hanno comunque tenuto in fermento il settore. Nel 2025 questo slancio vitale svanirà.
Lo prevede Richard Waters, che da San Francisco guida un team di esperti che segue tutte le novità tecnologiche della Silicon Valley per il Financial Times. E questa è la prima (facile) previsione che gli analisti fanno per l’anno nuovo. Anche quegli esperti che guardano con più ottimismo al settore tecnologico ammettono che limitarsi a “dare in pasto” sempre più dati e potenza di calcolo nell’addestramento di modelli di IA via via più potenti – cosa che in passato garantiva miglioramenti affidabili – sta iniziando a produrre rendimenti decrescenti.
La previsione è che, almeno nei prossimi 12 mesi, altri progressi dovrebbero colmare il vuoto. Gli sviluppi più promettenti sembrano collegati a modelli che eseguono una serie di passaggi prima di concepire una risposta: con la garanzia di fornire risultati più “ragionati”, simili a quelli umani. La profondità e la correttezza di questa sorta di ragionamento dell’IA restano discutibili, ma quel che è certo è che sistemi come “o3” di OpenAI appaiono come il progresso più interessante da quando i chatbot hanno visto la luce. Il secondo pronostico è una domanda e riguarda la famosa “killer app” dell’Intelligenza Artificiale: letteralmente “applicazione assassina”, nel senso di “decisiva”, “vincente”, talmente tanto da penetrare nel mercato imponendosi rispetto alla concorrenza e aprendo la strada alla commercializzazione di altre applicazioni secondarie. Il senso dell’interrogativo è questo: per gran parte delle persone, l’ascesa dell’IA generativa ha significato la visualizzazione costante di prodotti che si offrono di completare scritti o modificare foto, strumenti indesiderati, a volte utili, ma ben lungi dal trasformare la vita di ciascuno di noi.
Probabilmente l’anno prossimo, secondo gli esperti, ci saranno le prime dimostrazioni di app che possono intervenire in modo molto più diretto sulla nostra organizzazione: per esempio assimilando tutte le nostre informazioni digitali e imparando dalle azioni di ciascuno, in modo da poter agire come banche di memoria virtuali o prendere il controllo di interi aspetti della nostra vita. Ma le società tecnologiche saranno caute nel lancio di strumenti ritenuti ancora poco affidabili, anche per il timore che la maggior parte degli utenti non si affiderà tanto facilmente. Dunque, più che vere e proprie killer app per l’Intelligenza Artificiale, la previsione è che saremo “lasciati” nel mondo – a cui siamo ormai già abituati – dell’“IA in ogni cosa”: un mondo dove questi prodotti – a volte invadenti, a volte utili – non sono ancora in grado di fornire agli utenti esperienze realmente nuove che dimostrerebbero che l’era dell’Intelligenza Artificiale sia davvero arrivata per tutti.
Un’ulteriore previsione riguarda Nvidia, il gigantesco produttore di chip che alimenta – in buona sostanza – la rivoluzione dell’IA. Gli enormi profitti della società statunitense con sede a Santa Clara (California) l’hanno resa il bersaglio delle più potenti società tecnologiche, la maggior parte delle quali sta ora progettando i propri chip IA. Ma Nvidia si è mossa troppo velocemente rispetto ai concorrenti. E – anche se la sua quota di mercato inizia a ridursi – il software di Nvidia possiede ancora un notevole vantaggio, ed entro la fine dell’anno dovrebbe essere immesso sul mercato un ciclo di nuovi prodotti potenzialmente trasformativi.
L’ultimo sviluppo – perché più recente – riguarda l’insediamento del 47esimo presidente Usa, Donald Trump, e le intenzioni (dichiarate) di deregolamentazione e riduzione delle tasse della nuova amministrazione. Ci si chiede: il boom dell’Intelligenza Artificiale nel mercato azionario continuerà? La risposta alla domanda dipenderà anche dalla fiducia del mercato azionario nelle parole di Trump e dalla prontezza della Federal Reserve a continuare nell’allentamento della politica monetaria per favorire lo sviluppo e la crescita dell’economia. Tutto questo indica che sarà un anno altamente volatile, con alcune grandi correzioni in corso d’opera ma con una liquidità sufficiente: Wall Street potrebbe soccombere all’hype dell’IA ancora per un po’, dunque.
Intanto OpenAI e SoftBank, proprio nel giorno dopo il giuramento di Trump, hanno dichiarato che lanceranno un massiccio progetto infrastrutturale di IA negli Stati Uniti. Una mossa che Trump ha definito entusiasticamente come una “dichiarazione di fiducia nell’America”. La joint venture – soprannominata Stargate – prevede di spendere 100 miliardi di dollari su progetti infrastrutturali delle Big Tech, con una cifra che salirà fino a 500 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni.
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