L’otto marzo è la Festa della Donna. Una giornata in cui in tutto il mondo si celebrano le conquiste sociali e politiche delle donne, le loro battaglie per non essere considerate diverse dagli uomini, il loro coraggio, la loro tenacia nel combattere per i diritti di tutte le donne. Comprese quelle che ogni giorno vivono o hanno vissuto il carcere. Perché essere femmina è un diritto sempre e ovunque, anche se le pesanti mura di cemento del carcere sembrano volerlo sopprimere. In occasione della festa della donna alcune donne hanno deciso di affidare a carta e penna i loro pensieri di lotta per un unico diritto: quello di essere donna sempre. Le loro sono storie di resistenza e coraggio nell’affrontare le difficoltà del vivere il carcere da detenuta, fidanzata o madre, privata degli affetti e dell’amore e da moglie di un detenuto. Perché il carcere è un mondo di sofferenza che per una donna è ancora più difficile da sopportare. Eppure la donna resiste, non si arrende, pensa a suo figlio o alla gioia dell’amore ed è così che va avanti. Una lotta perenne che le donne riescono a vincere, anche se non è facile. Una donna difficilmente cede alle sue fragilità. Riportiamo qui di seguito tre lettere di altrettante donne a Sbarre di Zucchero in occasione dell’otto marzo. Dai loro testi è nato un video girato presso l’Ex Opg ‘Je So’ Pazzo’ di Napoli con le lettere lette dalle attiviste di Sbarre di Zucchero.

E poi ci sono amori costruiti sulla parola, che non sono meno amori di quelli che si vedono in giro. Ma hanno la fragilità di castelli di carte che la solitudine e l’assenza minano dall’interno perché l’amore richiede progetti e futuro possibile condiviso e diventa pesante, insostenibile un legame quando non lo puoi vivere. E non ci sono gli abbracci fatti con le braccia e nemmeno i calci sugli stinchi o qualsiasi forma di fisicità che stempera la tensione. Si tende, nella speranza di raggiungere ancora e ancora. E si spera che oltre le parole e le distanze e il cemento ci sia il modo per trovarsi e fondersi e ritrovare una sacrosanta energia per amare che senza amore siamo tutti niente e nessuno.

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LA DONNA IN CARCERE RESTA PUR SEMPRE UNA DONNA! L’8 Marzo in origine non aveva nulla da fare con i sentimenti verso la donna vista come individuo, con la sua tenerezza, delicatezza, bellezza e il suo ruolo materno. Questa giornata sembrava ricordare la donna come persona, cioè un essere umano dotato dei diritti, faticosamente conquistati in un mondo dominato dagli uomini, destinati a permettere alla donna di essere un essere umano forte e autonomo. La festa della donna e un ‘occasione importante per festeggiare ovunque le signore e le signorine, siano esse nonne, madri, fidanzate e mogli. Dietro alle sbarre restiamo pur sempre donne, madri, mogli! Ho avuto dei momenti in cui oltre all’assenza di una via d’uscita, percepivo di non essere più quella di prima però il pensiero di mio figlio mi ha dato la forza di combattere, non potevo deluderlo con la mia fragilità. Avrei voluto quella mattina di 8 Marzo 2022 poter sentire la voce di mio figlio che mi fa gli auguri come ogni anno, e come figlia di poter fargli alla mia madre, però non fu possibile. Un augurio dal cuore alle donne forti che ogni giorno combattono con le difficoltà della vita e alle donne deboli, che riescono a trovare la forza dentro di loro per sistemare quello con va!

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Nel 2008 faccio una denuncia per maltrattamenti a mio marito perché faceva uso di cocaina. Nel 2018 viene condannato in via definitiva, nel frattempo in quei 10 anni non faceva più uso di cocaina, lavorava, si era rieducato e reinserito. Oggi mi ritrovo, dopo 4 anni e mezzo di detenzione, a pagare debiti di cocaina fatti in carcere, dove tutti sanno che ci sono piazze di spaccio. A 56 anni mio marito non solo ha ripreso a farne uso ma ha iniziato ad assumere psicofarmaci che mai aveva preso in tutta la sua vita. Questo è il calvario che subiscono le donne che hanno un proprio caro detenuto. Buon 8 marzo DONNE!

a cura di Rossella Grasso

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