Se fossimo a Napoli, e non nel capoluogo lombardo Milano, diremmo “scurdammoce ‘o passat”. È quello che è accaduto oggi durante i lavori del Consiglio regionale della Lombardia, dove si è votata la mozione di censura nei confronti dell’assessore alla Sicurezza Romano La Russa, fratello del co-fondatore di Fratelli d’Italia ed ex ministro Ignazio.

Una mozione presentata dall’opposizione in Consiglio, rappresentata da PD, Movimento 5 Stelle, Azione, +Europa e Lombardi civici europeisti, per quel video in cui si immortalava Romano La Russa fare il saluto romano fascista durante i funerali di Alberto Stabilini, storico esponente della destra milanese nonché suo cognato.

Un ‘incidente’ chiuso senza problemi per La Russa, dato che il Consiglio ha respinto con 46 voti contrari su 72 la mozione a prima firma del capogruppo PD Fabio Pizzul che chiedeva la “censura” dell’assessore per aver partecipato “all’atto di “Appello fascista” svoltosi durante un corteo funebre nella città di Milano il giorno 20 settembre 2022 e avere così provocato discredito per la Regione Lombardia” e di conseguenza al presidente Attilio Fontana di “revocargli la nomina ad assessore regionale”, oltre a impegnare i membri della Giunta a “non partecipare a manifestazioni e ad atti che simboleggiano ideali e principi in contrasto con i valori della Costituzione della Repubblica e delle Istituzioni democratiche”.

Una discussione tesa, tra urla e cartelli come “Via La Russa da Regione Lombardia” o “Ti saluto Romano”. “Da parte mia non c’è alcuna volontà che possa suonare come contraria al testo e allo spirito della nostra Costituzione”, è invece il ragionamento dell’assessore regionale, che riguardo la partecipazione ai funerali di Stabilini ha spiegato che “Alberto voleva un saluto di rispetto da parte di chi lo ha conosciuto e amato. Mi rendo perfettamente conto che lui per primo non avrebbe desiderato che quello fosse letto come apologia di un movimento nato cento anni fa e finito 80 anni”, evitando così accuratamente di nominare il termine “fascismo”.

Dal centrodestra, come racconta oggi il Corriere della Sera, sono arrivate ovviamente difese d’ufficio per La Russa. Dai banchi della Lega il consigliere Max Bastoni cita addirittura Pier Paolo Pasolini: “Attenzione al fascismo degli antifascisti”, la ‘tesi’ in cui di fatto taccia di fascismo i consiglieri di opposizione. Da Fratelli d’Italia, partito dell’assessore alla Sicurezza, parla invece Barbara Mazzali. Nel suo intervento sottolinea la presa di distanza di Laa Russa da quel gesto, che “non rappresenta in nessun modo l’espressione di una posizione politica di FdI ma si configura come gesto personale. Giorgia Meloni in tempi non sospetti ha definito quel gesto come espressione antistorica respingendo ogni ambiguità che possa essere ricondotta alla comunità politico del nostro partito”.

Alla fine, alla luce del voto espresso dai consiglieri, il governatore Fontana ha ovviamente lasciato a La Russa le deleghe da assessore.

Avatar photo

Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.