“Vogliamo un incontro con il ministro, il tempo scade sabato alle 12”
Il cognato desaparecido. Chi ha visto Lollobrigida? Agricoltori infuriati avvertono “entriamo a Roma”
AAA cercasi ministro urgentemente. Al giorno numero 8 della protesta degli agricoltori (e dei trattori) la faccenda si fa seria se il ministro competente Francesco Lollobrigida non dà cenno di sé. È stato a Berlino ad una fiera sulla frutta e ha mandato il ministro Ciriani (Rapporti con il Parlamento) a rispondere al question time. Ieri girava un video nella chat dei manifestanti in cui il ministro, da remoto, spiega perché lo definiscono “il ministro della Coldiretti”, il più grande dei quattro sindacati di categoria. “È un onore e un vanto per me. E comunque io ascolto sempre tutti. Dunque ben vengano le sollecitazioni specie se da soggetti diversi”. Pare sia un video di saluto ad un evento pubblico di questi giorni.
Video e scherzi a parte, Lollobrigida, il ministro-cognato, è scomparso. Nonostante sia molto richiesto. O forse proprio per questo. Urge che qualcuno metta ordine in questa protesta che è la somma di tante proteste, di singole fattorie che hanno detto basta con i sindacati (magari non tutti) che “si occupano sempre dei soliti noti e abbandonano al proprio destino quelli come noi che sono piccoli e non fanno cartello”. Non capita spesso, anzi quasi mai, che in fondo a due pagine che fissano per punti le rivendicazioni di categoria, ci siano nove pagine di firme di fattorie e aziende agricole.
Questa cosa fa molta simpatia, va detto. Come che sia il ministro Lollobrigida è missing. Eppure se non si fa vedere i trattori – che ormai hanno pacificamente circondato Roma ma stanno organizzando raduni in tutte le città d’Italia – s’arrabbiano. “Se non avremo risposte i nostri trattori usciranno dal presidio e andranno liberi”, ha spiegato ieri Andrea Papa, uno dei quattro portavoce di Riscatto agricolo. “Vogliamo un incontro con il ministro, il tempo scade sabato alle 12. Finora nessuno ci ha contattato”. L’occasione potrebbe essere stamani alle 12 in piazza San Giovanni dove la prefettura ha autorizzato manifestazione (circa duemila persone attese) e trattori (una ventina). In realtà a San Giovanni ci saranno i quattro portavoce (Fais, Papa, Congia, Sanigagliesi).
Preferiscono lasciare il presidio grande là dov’è sulla Nomentana e hanno nei fatti sconvocato la piazza. Sono così delusi e arrabbiati che hanno voluto evitare che la manifestazione di piazza San Giovanni possa essere considerata in qualche modo risolutiva della situazione. Giammai. “Vogliamo tornare a casa con un risultato ma non vogliamo assolutamente creare disagi ai romani”, aveva spiegato Salvatore Fais ripetendo che quello che stanno facendo è un “percorso per arrivare ad un incontro con il ministro Lollobrigida entro sabato”.
“Riscatto agricolo” è uno dei due cartelli che da oltre una settimana, dopo Bruxelles, tirano le fila della protesta in Italia. L’altro si chiama “Cra, Agricoltori traditi” e fa capo ad un personaggio noto alle cronache ai tempi dei Forconi. Luigi Calvani si sente idealmente alla guida di un’altra somma di soggetti. Ha chiesto il Circo Massimo per la prossima settimana, “saremo pronti dal 15 in poi”. Anche qui, se prima non succede qualcosa. Se non arriva qualche risposta. Possiamo immaginare che Lollobrigida stia studiando qualcosa. “Riscatto agricolo” ieri ha diffuso un comunicato con una proposta programmatica in sette punti: dai costi di produzione alla concorreva sleale, all’obbligo di utilizzo di materie prime italiane fino alla moratoria dei debiti fiscali e bancari. In mezzo Irpef, incentivi per i giovani, revisione del Pac. Magari basterebbe iniziare da qualcosa. Il fatto è che quello dei trattori è un cigno nero, un evento inatteso e improvviso, che il governo mai avrebbe pensato di dover gestire.
Lollobrigida, proprio lui, e la stessa Meloni erano convinti di avere il settore agricolo in mano grazie agli indubbi rapporti privilegiati con Coldiretti. Sono rimasti spiazzati. Grave, soprattutto per il ministro. C’è tensione a palazzo Chigi: comunque vada è stata dimostrata una grave insufficienza. Italia viva ha presentato una mozione di sfiducia individuale. “Non è possibile avere un ministro che si occupa di altro, dai treni in giù, mentre accade quello che vediamo con i trattori”, spiegava ieri il senatore Enrico Borghi, capogruppo di Italia viva. “Attorno alla vicenda dei trattori c’è una fuga di responsabilità di governo e maggioranza. I fatti dicono che il governo ha eliminato l’esenzione dell’Irpef agricola decisa da Renzi e Martina, che cuba 248 milioni di euro. La Lega però chiede di reintrodurre questa esenzione. Fate pace con voi stessi. La maggioranza poi accusa l’Europa: peccato che il commissario europeo all’agricoltura, un polacco, sia del partito di Giorgia Meloni in Europa”.
Se Lollobrigida è scomparso, Salvini, e tutta la Lega, sono invece molto attivi. La cosa importante è che per una volta si stanno muovendo come un uomo solo. Il capogruppo Molinari ha presentato l’emendamento al Milleproroghe che reintroduce gli sgravi Irpef e per i più giovani. L’ex ministro Centinaio, molto amato tra gli agricoltori, si cala nel ruolo dell’interlocutore. Il ministro economico Giancarlo Giorgetti ieri al question time al Senato ha confermato che “si sta lavorando per trovare le risorse utili al taglio dell’Irpef”. Fino a ieri Fratelli d’Italia diceva: “Se Giorgetti trova i soldi, possiamo autorizzare quelle misure”. Ieri Giorgetti ha detto che “i soldi ci sono”. Poi devono essere Meloni e Lollobrigida a dare il via libera. Piccoli scaricabarili tra alleati.
Il jolly l’ha comunque calato Salvini che, superando tutti, ieri pomeriggio ha incontrato i trattori in Abruzzo. Dove il giorno prima era stata Meloni senza incontrarli. Altre grane in arrivo da Sanremo. Come da comunicato diffuso mercoledì, “Riscatto agricolo” – in risposta all’invito di Amadeus – ha individuato quattro giovani portavoce, due donne e due uomini per spiegare, dal palco di Sanremo, i motivi della loro protesta. Ieri mattina all’alba la delegazione di una quindicina di trattori è arrivata a Sanremo. Ma la Rai ha detto no: nessun comizio dal palco della canzone popolare. Al massimo Amadeus potrà leggere un comunicato. È chiaro che non può finire così. Per nessuno. Neppure per Fiorello e Amadeus.
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