Si sono ammalati per portare la spesa al figlio contagiato
“Il Covid ti toglie l’ossigeno e la lucidità”, coppia no vax finisce in ospedale e si pente: “Ci vaccineremo”
Non si definiscono no vax anche se il vaccino non l’hanno voluto fare. Si chiamano Francesco Toffolo e Stefania Scanavin e sono stati salvati dai medici e dagli infermieri del reparto di Medicina Interna dell’ospedale dell’Angelo di Mestre, in provincia di Venezia.
I due, marito e moglie di 68 e 60 anni, residenti a Martellago hanno raccontato la loro storia durante un convegno organizzato dall’Usl 3 all’M900, il museo che racconta la storia del XX secolo, per fare un bilancio dello stato dell’epidemia e delle misure di contrasto messe in campo: “Abbiamo avuto paura di morire. In primavera, appena potremo, ci vaccineremo”.
La coppia scopre di essere positiva a novembre. “Nostro figlio più piccolo che lavora con noi, 36enne anche lui non vaccinato, ci chiama dicendoci di avere la febbre alta e se possiamo fargli la spesa e portargliela a casa – raccontano – siamo andati e qualche giorno dopo ci siamo svegliati anche noi con la febbre, a 39”.
Contattano il loro medico di base che gli prescrive un tampone. Risultato: positivo. Toffolo e Scavanin si chiudono quindi in casa. I medici dell’Usca, visto che sono entrambi sintomatici, li visitano a casa con regolarità. “Un giorno una delle dottoresse che veniva a casa ci misura l’ossigeno e strabuzza gli occhi – spiega l’uomo – ci dice che la situazione è grave e che dobbiamo essere subito ricoverati. Noi, in quel momento, non ci rendevamo nemmeno conto di quanto stavamo male: il Covid ti toglie l’ossigeno e quindi anche la lucidità per renderti contro delle tue reali condizioni”.
L’ambulanza dell’azienda sanitaria si precipita a casa della coppia e li trasporta in ospedale, dove vengono ricoverati nella stessa stanza e dotati, entrambi, di un casco per l’ossigenazione. “Sono stati giorni terribili in ospedale perché pensavamo di non farcela” racconta la moglie che, come il marito, ha ancora il respiro affannato – raccontano al Corriere.
Dopo diversi giorni di ricovero vengono dimessi. “Io non mi ero vaccinato perché in passato ho avuto un infarto e il mio cardiologo mi aveva consigliato di aspettare un po’ a vaccinarmi – dice Toffolo – inizialmente si sentivano voci che il vaccino provocasse trombosi e non volevo rischiare”. La moglie l’aveva seguito.
“Lui non si era vaccinato e quindi non l’ho fatto anche io. Quest’estate sembrava poi che il virus se ne fosse andato e abbiamo quindi rimandato ancora. A inizio autunno avevamo anche pensato di andare in un hub ma abbiamo aspettato ancora e alla fine ci siamo contagiati”. Dopo l’esperienza in ospedale, e la paura di morire, i due hanno però cambiato totalmente idea. “Tornando indietro mi sarei vaccinata prima adesso aspetteremo il tempo necessario ma appena potremo andremo in un cento vaccinale”.
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