La rubrica ‘Social spin’
Il decalogo per aiutare politici e social media manager a superare l’estate senza post banali: dalla fetta di cocomero a “buon ferragosto”
Ad agosto, si posta davvero di tutto pur di scollinare rapidamente verso settembre e cercare nel frattempo di non perdere il contatto con i follower
Stavo ragionando da qualche giorno sulla scelta dell’argomento più interessante per il lettore da trattare nell’ultimo giovedì di luglio e, a dire il vero, di spunti forniti direttamente dai leader o dall’attualità politica ce n’erano diversi.
Però, ho preferito lasciarli tutti chiusi nel cassetto perché agosto è oramai alle porte e con la pausa delle attività parlamentari e la partenza per le vacanze, gli account social di molti politici cambiano profondamente pelle.
Così, ai selfie in Aula o nelle commissioni, alle rassegne stampa e alle partecipazioni ai convegni e ai talk televisivi si sostituiscono dalla sera alla mattina le carrellate dei post che ci raccontano le giornate ordinarie lontane e fuori dai Palazzi. Ad agosto, si posta davvero di tutto pur di scollinare rapidamente verso settembre e cercare nel frattempo di non perdere il contatto con i follower.
Allora, ho pensato di scrivere, se di qualche utilità, un sintetico decalogo con l’ambizione di aiutare i politici e i loro social media manager a vivere questi trenta giorni con una dose molto contenuta di stress e una riduzione sostanziosa della banalità del post.
1. Evitare di postare la solita fetta di cocomero, pronta a essere addentata per vincere il caldo afoso e lanciare contemporaneamente l’invito agli “amici di Facebook” di fare altrettanto;
2. Lasciare che la bellezza dei nostri tramonti, al mare, in collina e in montagna, non venga immortalata per forza nei selfie da pubblicare a fine serata, semmai accompagnandoli anche con qualche citazione ad effetto;
3. Abbandonare qualunque pretesa di suggerire un consiglio di lettura, a partire dal libro fotografato in bella vista sulla sdraio o adagiato sul bordo del lettino sotto l’ombrellone;
4. Evitare, o se proprio necessario provare a essere il più possibile parsimoniosi, di postare con inquadratura zenitale i piatti dei pranzi e delle cene: dalla caprese alla frittura di gamberi e calamari, dall’insalata di riso all’insalatona che contiene mezzo frigorifero nascosto sotto gli straccetti di pollo;
5. Non scivolare nella finta astinenza da lavoro pur di alimentare la narrazione di essere un politico che non si ferma mai, neanche ad agosto. E per dimostrarlo ecco la foto di un incontro appena concluso, con tanto di spritz sui tavoli e quasi tutti i partecipanti seduti a circolo con pantaloncino e canotta;
6. Non cadere nella facile tentazione di dover per forza commentare la notizia del giorno, di unirsi in tutta fretta al coro di gioia o a quello dello sdegno virale, a seconda del tema trattato. Non serve a nulla e oltretutto non ci restituisce indietro nessuna crescita di reputazione;
7. Mantenersi il più possibile lontano dai video e dai selfie sul pedalò, in sella alla bici a pedalare come ragazzini innamorati, sbracati sul gommone o in spiaggia a cimentarsi nello schiuma party tra scapoli e ammogliati;
8. Togliere dal calendario delle pubblicazioni anche i selfie notturni fatti per raccontare di essere al concerto di Massimo Ranieri e Antonello Venditti. Forse, potrebbero passare al vaglio del censore solo i selfie con i vip della Tv, gli ex calciatori, Barbara d’Urso e quelli con Giuseppe Conte;
9. Nella lista del “non si fa” inseriamoci anche la foto in primo piano del cono gelato a tre gusti – nocciola, zuppa inglese e stracciatella – e farcito con panna montata;
10. Il premio, però, lo vince solo chi pur se ha infranto sistematicamente tutte le nove le regole precedenti riesce nell’impresa di non cadere nel trappolone del post “Buon Ferragosto amici”, che solitamente per la frenesia di arrivare primi viene postato già la mattina del 14 agosto.
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