Il caso del presunto conflitto di interessi
Il doppio volto di Nicola Acunzo, membro Vigilanza Rai e attore nella fiction Rai: “Colpa dei 5Stelle che lo hanno messo lì”
Nicola Acunzo, ex grillino, deputato, membro della Commissione Vigilanza Rai e anche attore. Fin qui tutto ok, il suo curriculum parla chiaro. A destare polemica è stata però la sua recente apparizione nella fiction “Il commissario Ricciardi”, in onda proprio su Rai Uno. E in tanti hanno gridato al conflitto di interessi.
Acunzo, 46 anni, si era candidato con il movimento 5 stelle nel 2018 nel collegio di Battipaglia. Eletto e assegnato dai pentastellati come membro della Commissione Vigilanza della Rai, l’organo che vigila sulla tv pubblica e traccia l’indirizzo da seguire nella programmazione, nella pubblicità e nell’economia societaria. Ma la vita di Acunzo all’interno del movimento non ha avuto lunga vita: silurato insieme a Mario Giarrusso nell’aprile 2020 dalle purghe grilline perché non aveva presentato l’abituale rendicontazione sulla piattaforma ‘Tirendiconto’. È rimasto invece membro della Vigilanza Rai e attore.
L’ultimo film in cui ha recitato è “I due papi” con Anthony Hopkins nel ruolo di Joseph Ratzinger. Nella pellicola trasmessa da Netflix, Acunzo è il giardiniere di Castel Gandolfo. Ma la bufera è iniziata per la sua comparizione nella fiction ispirata alle avventure del commissario Ricciardi di Maurizio de Giovanni, in cui Acunzo interpreta il ruolo di Ponte, servile usciere di Angelo Garzo, superiore del commissario. Il presunto conflitto di interessi – rilevato in un articolo a firma di Giancarlo Tommasone su Stylo24.it – è presto detto: la serie tv è prodotta da Rai Fiction e Clemart.
Intervistato dal Corriere della Sera, il deputato si è difeso così: “C’è un grande fraintendimento — ha detto Acunzo — Io non ho lavorato per la Rai. Ma con la società di produzione cinematografica che poi vende il prodotto, che poi è stato venduto appunto alla Rai. In questo caso il conflitto non c’è. Non ho percepito alcun compenso dalla Rai”. “Se avessi dovuto votare un provvedimento riguardante un’azienda con cui lavoro direttamente avrei fatto un passo indietro, ma non è questo il caso”, ha concluso l’attore deputato.
Il segretario della Commissione Vigilanza della Rai Michele Anzaldi cerca altrove le responsabilità, come ha spiegato al Riformista: “Acunzo ha sempre fatto l’attore, tutti lo sapevano, c’è scritto nel suo curriculum e tutti l’hanno visto in TV come giardiniere ne ‘I due papi’. È il suo partito che doveva bloccare questo conflitto di interessi e non doveva metterlo lì”.
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