Il giorno del conclave
Il giorno del Conclave, i cardinali scelgono l’identikit del Papa: sarà un moderato

L’ultima notte prima del Conclave è trascorsa: i 133 cardinali elettori si preparano al ritiro forzato fino all’elezione del successore di Pietro, tra la Cappella Sistina e Casa Santa Marta (nuova e vecchia), dove saranno isolati dal mondo insieme a tutto il personale conclavista. La congregazione di ieri è stata l’ultima tappa ufficiale di confronto in cui si è delineata la figura del futuro Pontefice. Non sono mancate le stilettate – eleganti ma efficaci – al modus operandi di Papa Francesco, che non godeva di molti sostenitori nella Curia romana. Paradossalmente, anche la richiesta di maggiore “collegialità” e quindi di un maggiore coinvolgimento dei cardinali è una velata – ma non troppo – critica all’assolutismo monarchico di Bergoglio, che non ha certo abusato nella convocazione dei concistori.
Le qualità del nuovo Papa
Da questo dipende anche la situazione che ha visto la maggioranza dei neo-porporati giunti a Roma non conoscersi e doversi confrontare con una realtà a loro totalmente sconosciuta come quella del Vaticano. Stando a quanto emerso in quest’ultimo atto prima della lunga notte, secondo i principi della Chiesa il futuro Sommo Pontefice dovrà possedere alcune qualità essenziali, tra cui quella di essere un “Papa Pastore” e “una guida spirituale che offra misericordia, sinodalità e speranza”. Insomma, un Papa che sappia attraversare le attuali tempeste, capace di agire nella realtà attuale politica e geopolitica, ma anche forte di quel ruolo di guida spirituale di cui i cattolici e la Chiesa hanno bisogno.
Pescatore e un saldo timoniere
L’identikit sembrerebbe essere quello di un moderato, capace di bilanciare le richieste crescenti dei conservatori e le istanze dei progressisti. Un pescatore, certo, ma anche un saldo timoniere. Ovviamente, al di là delle previsioni e degli sforzi statistici, quella che uscirà dalla Cappella Sistina sarà comunque una sorpresa, come è quasi sempre avvenuto. Questo Conclave, il primo dell’era digitale, per via anche della forte polarizzazione prodotta all’interno della Chiesa e del mondo cattolico da Francesco, è stato focalizzato molto sulle etichette e sulle conosciute o presunte posizioni dei porporati elettori.
L’abito
Ma sono altri i segnali che ci faranno intuire l’indirizzo del nuovo Pontefice ben prima che porti il saluto dalla Loggia delle benedizioni della Basilica di San Pietro alla folla. Già al “Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem” avremo qualche segnale, così come il nome – che sarà menzionato qualche istante prima dopo la formula “Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum, Dominum” – ci indicherà il nuovo vescovo di Roma. Poi dalla sua comparsa sulla Loggia, come avvenuto nel 2013, potremo cogliere un secondo tratto e anche l’eventuale rottura con quella che diverrebbe la parentesi di Bergoglio per una rinsaldata continuità con la tradizione dei Vicari di Cristo. Se apparirà vestito di bianco, con la semplice talare di uso quotidiano, allora sarà un chiaro segno di continuità con Francesco nel messaggio simbolico; se invece indosserà l’abito corale con mozzetta rossa (simbolo del sacrifico di Cristo), stola e scarpe rosse (simbolo del martirio di San Pietro) allora sarà evidenziato sin dal primo momento il tanto auspicato ritorno alla sostanza negli abiti del Pontefice. I colori bianco e rosso indossati dal Papa non sono casuali, né meri simboli, ma rappresentano e incarnano “la Persona (il Cristo) che per noi rese rosso il suo indumento”.
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