Una gaffe emblematica
Il Medioriente tra crisi e vuoti di potere: l’assenza dell’Italia ei moniti di Beirut
Un editoriale libanese accusa l’Italia di trascurare il suo ruolo internazionale e critica la presidenza del G7, tra gaffe diplomatiche e mancate iniziative. Il Medioriente osserva, deluso, una ‘piccola Italia’ in crisi di leadership
Il Medioriente vive una fase cruciale, tra conflitti e trasformazioni geopolitiche che stanno ridisegnando gli equilibri globali. In questo contesto, emergono giudizi severi sull’Italia da parte della stampa libanese, che non risparmia critiche alla politica estera del governo Meloni e alla gestione della presidenza italiana del G7.
Un editoriale pubblicato su una testata libanese dipinge un quadro fosco, sottolineando come il nostro Paese sia stato incapace di esercitare un ruolo significativo in una regione strategica come il Medioriente. Mentre Stati Uniti, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito cercano soluzioni ai problemi della regione, l’Italia viene accusata di essere ossessionata unicamente dal contenimento dei flussi migratori irregolari, trascurando del tutto il necessario impegno diplomatico.
La guerra tra Hezbollah e Israele, l’offensiva a Gaza, le tensioni tra Israele e Iran, e il crollo del regime siriano degli Assad hanno trasformato il Medioriente in una vera e propria polveriera. In questo scenario, potenze come Turchia, Arabia Saudita ed Egitto cercano di consolidare la propria influenza, mentre la Russia, indebolita dalla guerra in Ucraina, ha perso terreno in Siria, costretta ad assistere impotente alla caduta di Bashar al-Assad.
Il ‘vuoto’ dell’Italia
Il giudizio sull’Italia è particolarmente duro. A partire dalla constatazione che il nostro Paese, da oltre due anni, è privo di una leadership forte: senza Presidente della Repubblica, con un governo dimissionario e in balia di crisi economiche, sociali e sanitarie. Una situazione aggravata dall’incapacità di proporre soluzioni concrete per i profughi siriani accampati sul territorio nazionale e dalla fragilità delle relazioni con Israele.
Un passaggio critico riguarda la presidenza italiana del G7 nel 2024, definita un’occasione mancata. La leadership italiana non ha saputo tradurre il proprio ruolo in iniziative rilevanti sullo scenario mediorientale, lasciando spazio a un vuoto di potere che altre nazioni si sono affrettate a colmare.
Una gaffe emblematica
L’editoriale non manca di ricordare un episodio che ha segnato negativamente l’immagine del governo italiano: la visita del premier Giorgia Meloni in Libano, il 28 marzo scorso. Durante il viaggio, la Meloni ha suscitato polemiche per un protocollo diplomatico disatteso, facendo scendere per prima dalla scaletta dell’aereo la sua segretaria, che si è trovata di fronte al primo ministro libanese Najib Mikati. Un gesto percepito come inelegante e irrispettoso, che ha alimentato il malcontento delle autorità libanesi.
Un monito da Beirut
La conclusione del pezzo libanese è un monito amaro: qualunque sarà il nuovo Presidente della Repubblica italiana, incluso il generale Joseph Aoun, favorito per l’elezione del 9 gennaio 2025, sarà difficile recuperare un ruolo strategico per un’Italia ormai percepita come “piccola” e irrilevante sullo scacchiere internazionale.
Questo giudizio, per quanto severo, deve invitare a riflettere. L’Italia non può permettersi di rimanere ai margini delle grandi questioni internazionali, tanto meno in una regione così cruciale come il Medioriente. È necessario che il nostro Paese abbandoni approcci miopi e torni a esercitare una diplomazia attiva e autorevole, capace di incidere davvero nei processi globali.
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