Il piano di emergenza contro l’eventuale epidemia di Coronavirus in Italia, contenente anche lo “scenario drammatico” che il governo ha deciso di secretare, come confermato ieri dal dirigente generale della Programmazione sanitaria Andrea Urbani, è stato chiesto dalla task force sul coronavirus istituita il 22 gennaio scorso.

A confermarlo è lo stesso Ministero della Salute in una nota, dove si legge che “durante i lavori della task force sul nuovo coronavirus, istituita al Ministero della Salute il 22 gennaio, è emersa la necessità di elaborare, a cura della Direzione Programmazione del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’INMI Spallanzani, uno studio sui possibili scenari dell’epidemia e dell’impatto sul Sistema sanitario nazionale, identificando una serie di eventuali azioni da attivare in relazione allo sviluppo degli scenari epidemici, al fine di contenerne gli effetti”.

Come evidenzia già ieri da Urbani, nel piano c’erano tre scenari, tra cui uno considerato troppo drammatico per essere divulgato senza diffondere il panico tra i cittadini e per questo secretato. Il Corriere della Sera torna oggi sulla vicenda, spiegando che nello studio di 55 pagine erano presenti “tabelle, grafici e modelli matematici dei contagi allora in atto a Wuhan”, la città cinese dove è scoppiata la pandemia. Il terzo scenario, quello più catastrofico, prevedeva un possibile tasso di contagiosità R0 superiore a 2, una ipotesi che senza le misure restrittive messe in campo dall’esecutivo avrebbe provocato “tra i 600mila e gli 800mila morti”, come spiegato da Urbani citando a tal riguardo lo studio dell’Imperial College.

La nota del Ministero spiega quindi che la prima versione dello studio è stata presentata al Comitato Tecnico-Scientifico per il necessario approfondimento “il 12 febbraio”, e poi “successivamente aggiornata fino al 4 marzo”. Il Ministero quindi sottolinea come “in quel momento i contagi in Italia erano 3, tutti importati dalla Cina, e i casi in Europa erano 46”.

Secondo il Corriere però quello che la nota ufficiale del Ministero non dice è che nel documento di 55 pagine alcune dei passaggi più allarmanti riguardavano le stime dei  posti letto in rianimazione e terapia intensiva necessari per fronteggiare l’epidemia, che nei momenti di picco gli ospedali non avevano. Per questo il ministro della Salute Roberto Speranza ha quindi deciso di secretare lo studio.

Avatar photo